«L’università muore». Un grido di allarme scritto in rosso e nero, senza particolare cura grafica, dal comitato di Medicina dell’Università di Torino. Correva l’anno 1964 e gli studenti si preparavano a organizzare le manifestazioni contro la Riforma Gui (ancora in gestazione), dal nome del ministro democristiano che guidò il dicastero della Pubblica istruzione negli anni del primo centrosinistra. Quel documento, che è arrivato ai giorni nostri ingiallito e con qualche piega del tempo, è un appello alla partecipazione, al protagonismo studentesco, e testimonia come il Sessantotto non sia nient’altro che l’arrivo di un percorso sedimentato negli anni precedenti. Quel cartellone,...