Parlare di musica, discuterne con un interlocutore anche solo epistolare, oppure interrogarsi in modo assai più intimo sul senso che il linguaggio delle note riveste per ognuno non va considerato un semplice corollario all’ascolto né un optional finalizzato a aumentarne la fruibilità. Può essere, invece, il segno tangibile e razionale del processo di coinvolgimento emotivo al quale chi ascolta, con vario grado di consapevolezza, si sottopone attraverso il consumo della musica, che esso passi attraverso il rito del concerto o lo studio finalizzato alla scrittura. Parlare di musica, allora, si può e si deve, specie oggi che la materia diventa,...