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L’opposizione chiama Marino in aula

L’opposizione chiama Marino in aulaIgnazio Marino, sindaco di Roma – Foto La Presse

Campidoglio La richiesta è firmata da dodici consiglieri, verso lo showdown. Il «marziano» vorrebbe lasciare con un suo discorso in assemblea e con il Pd che lo ringrazia per il lavoro svolto

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 23 ottobre 2015

L’ultima bordata del Pd al sindaco di Roma dimissionario, Ignazio Marino, arriva via Twitter, firmata Matteo Orfini, commissario dei dem nella capitale: «A giudicare dalle nomine last minute, la grande guerra ai poteri forti si è fermata davanti ai cancelli dell’Auditorium». Il riferimento è alla nomina, nel cda della Fondazione Musica per Roma, di Aurelio Regina, ex vice presidente di Confindustria e numero uno degli industriali del Lazio, e di Azzurra Caltagirone.

Dal canto suo, se il sindaco ancora non prende una decisione definitiva, sono le opposizioni a fare un passo avanti presentando una formale richiesta scritta: sia convocata l’assemblea capitolina. A firmare la richiesta, 12 consiglieri di tutte le opposizioni, tranne Altra destra e Fratelli d’Italia.

Lì, nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio, dovrebbe dunque essere scritto l’ultimo capitolo della vicenda, prima del 2 novembre, quando scadranno i 20 giorni entro i quali il primo cittadino potrebbe decidere di ritirare le dimissioni. I capigruppo si riuniranno la prossima settimana per procedere alla convocazione della seduta. Mentre i consiglieri del Pd sono pronti a dimettersi tutti, anche se da soli non hanno i numeri sufficienti a far decadere il consiglio.

La tensione sale, ma l’assessora Alessandra Cattoi, la più vicina a Marino, chiede ancora un confronto: «Penso che non si debba arrivare a uno scontro. Il Pd è il partito del sindaco. La cosa più auspicabile è che ci sia un dialogo. Mi auguro più un confronto politico che uno scontro in aula». Perché il sindaco spererebbe di lasciare almeno con un qualche riconoscimento da parte del partito. Secondo questo piano, Marino dovrebbe poter andare in aula almeno a spiegare la sua posizione ottenendo in cambio dal Pd tanti complimenti per il lavoro svolto in due anni e mezzo, e tante grazie, ma «non ci sono più le condizioni per proseguire». Fine.

Ieri Marino ha incontrato il forzista Francesco Giro e poi ha scritto una nota parlando della «severa preoccupazione» del senatore azzurro e della «sua determinata richiesta di non spiegare le ragioni delle mie dimissioni in stanze chiuse, ma nei luoghi deputati a questo dalle regole democratiche». E domenica il sindaco potrebbe intervenire alla manifestazione in Campidoglio dei sui sostenitori. La sua idea sarebbe quella di scaldarsi per l’aula tenendo un discorso.

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