L’opera va alla guerra
Book Note In tempi in cui la guerra è fortemente e tristemente presente, l’occhio cade sulla lettura di un libro di assoluto interesse. Trattasi de Il suono della guerra (Il Saggiatore, 704 […]
Book Note In tempi in cui la guerra è fortemente e tristemente presente, l’occhio cade sulla lettura di un libro di assoluto interesse. Trattasi de Il suono della guerra (Il Saggiatore, 704 […]
In tempi in cui la guerra è fortemente e tristemente presente, l’occhio cade sulla lettura di un libro di assoluto interesse. Trattasi de Il suono della guerra (Il Saggiatore, 704 pag. euro 36) scritto da Carlo Piccardi. È una vera e propria storia di come la musica sia stata sostegno dei tanti conflitti bellici. Piccardi è scrupolosissimo, va a recuperare storie antiche e antichissime e va a scovare scene di guerra inserite in opere liriche. Ovviamente c’è l’Eroica di Beethoven, il War Requiem di Benjamin Britten, le Pagine di guerra di Alfredo Casella , l’antichissima L’homme armé fino ad arrivare ai tempi nostri e alle musiche di autori non strettamente legati al repertorio classico (tra questi non può certo mancare Fabrizio De André). Insomma un bel ripasso per coloro che non pensano come anche la musica abbia spessissimo condannato i vari conflitti. Sulla scia della cura ci soffermiamo sul lavoro di Gerardo Manarolo, musicoterapeuta fra i più attivi in Italia con il suo volume Nascere e crescere con la musica. Suoni e melodie dalla gravidanza alla prima infanzia (Carocci editore, 224 pag., euro 18). Si tratta di un testo importante che affronta una tematica, quella della terapia musicale, che spesso, soprattutto nel nostro paese, non viene considerata come sarebbe opportuno che fosse. Manarolo invece nel suo libro cerca di affrontare anche le ultime esperienze nel campo dei primi mesi di nascita, per curare nei tempi necessari prima della nascita. Vale per tutte le letture, non solo quelle specialistiche. Infine una segnalazione molto interessante che è riferita al volume del direttore d’orchestra John Axerlod che si è divertito a comprendere il valore liuteristico di tanti violini storici, dagli Stradivari, ai Guarnieri. In Suono ricco (Edizioni Curci , 125 pag., euro 16) ci si diletta tantissimo a cercare di capire i meccanismi che ci sono nel mercato dell’antiquariato musicale. Con tante sorprese. Si comprende come per tanti musicisti possedere uno strumento di valore possa far acquisire maggiore forza sonora ed espressiva. Ma non è per tutti, anzi. Da leggere come se fosse un giallo o un testo di curiose coincidenze.
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