Internazionale

L’Onu rafforza l’embargo sulle navi di armi in Libia

L’Onu rafforza l’embargo sulle navi di armi in Libiasoldati ricaricano le mitragliatrici in Libia

Tripoli Terza riunione del Consiglio di Sicurezza dall'inizio dell'offensiva del generale Haftar il 4 aprile scorso

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 11 giugno 2019

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu è tornato ieri a riunirsi sulla crisi libica per la terza volta dall’inizio dell’offensiva del generale Haftar su Tripoli, iniziata il 4 aprile, e questa volta riuscendo ad approvare una risoluzione che riguarda però solo un aspetto della guerra in corso: l’affusso di armi dai Paesi esteri – in particolare dal Golfo e dalla Turchia ndr- che alimenta il conflitto e ostacola la ripresa del dialogo tra le parti. Il Consiglio ha deciso l’estensione del mandato ispettivo sulle navi che attraccano o si dirigono sulla costa libica. L’embargo armiero fu deciso nel 2011 con la risoluzione n°1970, quando la violenta fine del Colonnello Gheddafi ad opera della coalizione a guida Nato non riuscì a garantire la stabilità del Paese. Ma negli anni sono state concesse diverse deroghe, soprattutto in funzione anti Isis, e sia Haftar che il rivale Serraj, continuano a chiederne la totale rimozione.

Sia le deroghe sia il monitoraggio dell’embargo sono responsabilità di un apposito Comitato presieduto dallo svedese Olof Skoog, che si avvale delle informazioni e delle competenze di un gruppo di sei esperti nominati dal Segretario generale Onu in accordo con il comitato stesso. Uno di questi esperti, Moncef Kartas, è stato recentemente scambiato per una spia finendo perciò agli arresti in Tunisia. Un elenco di esperti di armi di fama internazionale ne ha chiesto su The Guardian la liberazione.

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