«Meglio sardina che minchia marina», è il motto sarcastico adottato in Sicilia dal movimento antileghista che da Bologna si sta diffondendo a banchi in tutta Italia, da Catania a La Maddalena, da Treviso a Palermo. Un movimento soprattutto digitale, per il momento.

A Palermo però le «Sardine Sicilia» hanno organizzato via social una manifestazione al grido di «7000 sarde salate – Palermo non si lega» per domani alle 18.30 in piazza Verdi, davanti al teatro Massimo, raccogliendo più di quindicimila adesioni. Anche a Catania è in programma una manifestazione in piazza Duomo, e ad organizzarla sono cittadini comuni riuniti in gruppi dai nomi fantasiosi (su Facebook è nato «6000 sardine Sicilia», per esempio). Tentano di agire come anticorpi all’espansione della Lega anche nel sud Italia.

«Chiariamo una cosa, sardine – scrivono gli attivisti palermitani – accogliamo tutti coloro che sono mossi da un sentimento antifascista e democratico e che ritengono le destre populiste non funzionali per la nostra società civile. Nessuno, e dico nessun partito, strumentalizzerà le sardine almeno in Sicilia». «Ognuno – spiega uno dei giovani amministratori del gruppo palermitano – ha la propria identità politica e ideologica ed è giusto che la mantenga, ma che sia chiaro: non sarà tollerata nessuna propaganda».

Anche a Padova e Rovigo sono nati gruppi, al momento solo su Facebook, che si ispirano all’originario movimento bolognese. «Abbiamo creato questo gruppo – hanno scritto i promotori del gruppo padovano – perché siamo convinti che un’Italia più libera e giusta, non solo è possibile, ma è necessaria. Questo gruppo è politico, ma non partitico. Quello che si condivide all’interno di questo contenitore sono idee, progetti, proposte e valori di inclusione, confronto e rispetto. Rifiutiamo la xenofobia, l’omofobia, il sessismo, l’antisemitismo, il populismo, i nazionalismi, gli integralismi e tutte le forme di fascismo».

A La Maddalena, in Sardegna, invece c’è già un appuntamento di Sardine: nella piazza del paese, sabato pomeriggio 30 novembre. Mentre in Friuli Venezia Giulia il gruppo nato su Fb, privato come quasi tutti quelli nati in questi giorni, conta già 7 mila iscritti, ma l’appuntamento di piazza non c’è ancora. Forse si attende qualche altra esternazione del governatore leghista Massimiliano Fedriga che ieri in una diretta sul social ha detto: «Una sardina in meno è un pezzetto in più di libertà». E ha rilanciato lo slogan, secondo lui intelligente, «parlateci di Bibbiano».

Matteo Salvini invece ha accantonato per il momento i gattini postati come nemico simbolico delle Sardine, e ha affidato – tramite alcuni suoi accoliti, come la leghista pugliese Antonella Lella – al neonato gruppo «I Pinguini» la guerra al movimento. È un gruppo molto aggressivo, quello dei «Pinguini», che ha raccolto in un giorno 3500 adesioni e che si caratterizza di estrema destra: «Non possiamo lasciare la piazza alle zecche – scrivono – dobbiamo mangiarcele». Una provocazione che cadrà nel vuoto, perché le Sardine nuotano in altre acque.