Lombardia, Regione e sindaci contro la stretta
Pirellone Incontro tra il presidente di Regione, il Cts e i primi cittadini dei capoluoghi: tutti d’accordo contro il lockdown Ma l’Ordine dei medici suona l’allarme: è già tardi
Pirellone Incontro tra il presidente di Regione, il Cts e i primi cittadini dei capoluoghi: tutti d’accordo contro il lockdown Ma l’Ordine dei medici suona l’allarme: è già tardi
Regione Lombardia aspetta il governo lanciando la palla oltre il prossimo dpcm. La riunione tra il presidente Attilio Fontana, il Cts e i sindaci dei capoluoghi lombardi sull’emergenza Covid ha infatti prodotto l’ennesimo rinvio di responsabilità dopo aver tanto preteso l’autonomia. Dunque nessuna decisione è stata presa nel vertice online con il Pirellone se non quella di attendere.
Il primo cittadino di Milano, Beppe Sala, in linea con i vertici regionali, ha spiegato che «ad oggi, non si ipotizza nemmeno lontanamente di andare verso un lockdown stile marzo e aprile. Fontana ha sottolineato che a nuove restrizioni deve corrispondere ristoro da parte del governo, indicando quanto e quando rispetto a chi viene chiuso». Dello stesso parere il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che ha precisato che in presenza di ulteriori “strette” da parte dell’esecutivo, «è importante che gli aiuti economici per imprese e lavoratori cui si chiedono sacrifici siano immediati e automatici».
Concordi anche i sindaci delle zone più colpite dalla seconda ondata – come Davide Galimberti a Varese – che, nonostante abbiano espresso preoccupazione per la curva dei contagi non in diminuzione, si dicono del tutto contrari a misure più restrittive come la chiusura totale delle attività. La Regione si è comunque data ancora alcuni giorni di tempo per «verificare l’efficacia delle misure messe in atto dell’ultima ordinanza». L’obiettivo di Regione Lombardia è comunque quello di ottenere dal governo misure più restrittive estese a tutto il territorio nazionale e non a singole aree: una strategia per non dover vestire i panni dei “cattivi” anche in vista delle amministrative della prossima primavera? Forse. Ma nel frattempo, mentre la politica mette sulla bilancia consensi e progetti per il futuro, suona l’allarme dell’Ordine dei medici che sostiene che sia già troppo tardi.
In Lombardia, sempre in testa per contagi con 5.278 nuovi positivi, «la situazione sia nelle strutture sanitarie ospedaliere sia nella medicina del territorio è diventata insostenibile. È necessario intervenire con un lockdown immediato ed efficace», spiega il presidente dell’Omceo di Milano, Roberto Carlo Rossi. «Non esistono – aggiunge – piccoli rimedi a grandi problemi, così come non si può giocare a scaricare su altri le responsabilità: la situazione è molto seria e senza interventi drastici non può che peggiorare». Nessuna limitazione sul tavolo, comunque. Se non la possibilità di rimodulare l’attività di mercati rionali coperti e scoperti. Specie nelle grandi città. Stando alle preoccupazioni dei sindaci, i mercati sarebbero un luogo ancora molto frequentato, in particolare dalle fasce d’età a rischio (gli over 65). Si pensa alla reintroduzione dell’ingresso scaglionato e alla concessione solo per i banchi agroalimentari, sospendendo gli altri. Ma è solo una delle ipotesi. Bisognerà attendere il prossimo dpcm per capire come intenderà muoversi Fontana.
Possibile un’ulteriore ordinanza regionale che però non sarà molto diversa per contenuti dal testo firmato dal premier Conte. Intanto, per far fronte alle richieste sempre più numerose di tamponi e test rapidi, ieri è partito il drive through nel parcheggio Atm di Milano del Parco Trenno mentre vengono allestiti e saranno presto pronti quello al parcheggio Atm di Romolo e di Linate. Saranno operativi non prima del fine settimana e sarà possibile effettuare circa mille tamponi al giorno.
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