Dopo i sequestri per 126 milioni di euro, l’amministrazione giudiziaria per un anno. Per le multinazionali della logistica Brt e Geodis, entrambe controllate da due diversi gruppi francesi a capitale anche statale, ieri è scattato un altro provvedimento del Tribunale di Milano su richiesta della procura. «Stante la gravità e il perdurare delle situazioni accertate, le imponenti dimensioni aziendali in termini di fatturato e lavoratori impiegati», il Tribunale di Milano ha ritenuto necessario l’intervento dell’autorità giudiziaria per consentire un «controllo sugli organi gestori delle due multinazionali». L’inchiesta, coordinata dal Pm milanese Paolo Storari, ha già portato nei mesi scorsi ad alcuni sequestri per un totale di oltre 120 milioni di euro eseguiti dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza, per una presunta maxi-frode fiscale realizzata attraverso la gestione illecita di «serbatoi di manodopera», lavoratori sfruttati da società intermediarie e cooperative. Oltre alla frode fiscale, e al caporalato, la procura sta indagando su corruzione e intimidazioni ai danni di una sindacalista della Cgil. Quest’ultima ha denunciato un tentativo di corruzione andato a vuoto con una mazzetta da mille euro. Dall’inchiesta è risultato che l’amministratore delegato di Brt Costantino Dalmazio Manti avrebbe, secondo l’accusa, incassato circa un milione di euro di presunte mazzette per far lavorare le cooperative.

LE INDAGINI si erano concentrate su «un’articolata frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di contratti di appalto che simulavano una somministrazione di manodopera». Le pratiche di sfruttamento dei lavoratori, su cui si è concentrata la seconda parte dell’inchiesta, «erano tali da influenzare le corrette dinamiche di mercato e di leale concorrenza a discapito delle imprese che invece operano in maniera sana». I lavoratori erano sottoposti «a orari e ritmi di lavoro estenuanti», venivano fatti «transitare» da una società all’altra, privati di fatto di tutele assistenziali e previdenziali. «Imponevano alle cooperative di chiudere ogni due anni la compagine sociale e aprirne un’altra al fine di non fare emergere criticità fiscali» ed erano «perfettamente consapevoli della inadeguatezza delle tariffe imposte ai fornitori. Tariffe che non erano in grado di coprire i costi e da qui derivavano le evasioni Iva e contributive delle società fornitrici di manodopera» ha sottolineato il Tribunale.

BRT STA COLLABORANDO con la Procura dal dicembre scorso. L’8 febbraio il presidente del Cda Mathieu Wintgens ha sostituito Dalmazio Manti. «L’inchiesta faccia il proprio corso nella lotta allo sfruttamento nel sistema di appalti e subappalti nel settore della logistica e favorisca un miglioramento delle condizioni di lavoro» sostengono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti.