Giornata ancora più nera della precedente sul fronte delle opposizioni. La scena in Senato se la prende Matteo Renzi, che si dice subito disponibile sul presidenzialismo: «Sul sindaco d’Italia noi ci saremo, un no a prescindere sarebbe sbagliato. Per esperienza non vi consiglio di andare avanti da soli sulle riforme…». Assicura «lealtà», il leader di Iv, e ricorda subito di aver coperto la premier sui rischi di fascismo con un’intervista alla Cnn per dire che erano accuse «assurde».

Saluta il ministro Crosetto, loda il titolare della Giustizia Nordio- «avete scelto il migliore»- prende a più riprese applausi dai banchi delle destre quando attacca ripetutamente il Pd. «Non li capisco. Perché attaccarla sul merito nella scuola? La capogruppo Malpezzi quando collaborava con me era la prima pasdaran a dire che nella Buona scuola bisognava inserire il merito». Dai banchi dem mugugni e gesti delle mani, lui insiste: « Attaccate la premier sulla rappresentanza femminile? Questo non è ridicolo, è masochismo». E rivolto al governo: «Presidente Meloni, lo ammetta, si è messa d’accordo con loro…». Altri applausi e risate dai banchi delle destre.

E ancora, sulla sovranità alimentare: «Voi del Pd confondete sovranità con sovranismo. Io non gliela lascio al ministro Lollobrigida l’idea della sovranità alimentare. Non perché l’abbiano fatto i francesi, ma perché l’ha fatto Slow Food. Ma vogliamo regalare anche Carlin Petrini alla destra?». Immediati i complimenti del ministro di Fdi: «Discorso apprezzabile». Renzi chiude augurando a Meloni di «vincere la sfida del governo». «E si ricordi di essere felce ogni tanto».

Il leader di Iv è appena rientrato dall’Arabia Saudita, dove ha partecipato ad un altro incontro della fondazione legata al suo amico Mohammed bin Salman. E pensare che prima di lui in aula la sua fedelissima Raffaella Paita aveva ammonito il governo: «Essere europeisti e atlantisti significa schierarsi senza ambiguità alcuna nel fronte delle democrazie liberali, contro le autocrazie».

Dietro le quinte proseguono le trattative per ottenere la guida di una commissione di garanzia. Renzi prima si sfila dalla guida della commissione di inchiesta sul Covid, da lui sollecitata («Meglio la guidi uno di Fdi che era all’opposizione»), poi allunga le mani su Vigilanza o Copasir.«O ci mettiamo d’accordo tra opposizioni oppure se ognuno va per conto suo è la destra che decide…». Il piano è chiaro: mettere le mani sulla Vigilanza Rai.

Col Pd i rapporti sono tesissimi. «Per fortuna Renzi non è più un problema del Pd, ma di Calenda», taglia corto Matteo Ricci. Ma il leader di Azione si mostra gelido sugli obiettivi del suo alleato in tema di Covid. «Io penso che una commissione possa essere utile a patto che poi voltiamo pagina. Sarebbe sbagliato colpevolizzare Conte, e Renzi era parte di quel governo…». ».

Dal Pd Simona Malpezzi replica al suo ex leader: «Prima di parlare di merito, vorrei che la scuola si occupasse di combattere tutte le disuguaglianze e di garantire che nessun destino sia già scritto». E sulla guerra dice a Meloni: «Scoprirà che saremo noi gli interlocutori più credibili e non i suoi alleati». Asse con la capogruppo M5S Floridia sul no ad alzare il tetto del contante: entrambe citano uno studio del 2021 di Bankitalia che evidenzia una correlazione con l’evasione fiscale. Renzi invece fa il vago: «Deciderà Calenda».

Toni duri della capogruppo dem anche sui migranti: «Non accetteremo la criminalizzazione di chi salva vite in mare». Dal fronte 5s Alessandra Maiorino si rivolge al governo: «Noi vi conosciamo bene, siete quelli del lodo Alfano e di Ruby nipote di Mubarak, quelli hanno definito “schifezze” le famiglie lgbt, quelli dei saluti romani».

Ancora più duro l’ex pm Roberto Scarpinato, che fa una lunga requisitoria sui rapporti tra il neofascismo eversivo delle stragi e la destra politica, ricorda il no della premier al reato di tortura e accusa il disegno presidenzialista di prefigurare una «torsione autoritaria». Altre accuse a Fi sui rapporti tra Dell’Utri e la mafia: «Voi non siete l’alternativa all’establishment, ma il suo ultimo travestimento».