L’archivio come sguardo privato e pubblico, «luogo» che si fa collettivo per una immersione – e poi riemersione – nella memoria. È proprio nell’ambito di questa politica «aperta» della Galleria nazionale di arte moderna – l’acquisizione sistematica di importanti fondi, stimolata dalla direttrice Cristiana Collu e con la preziosa cura della responsabile Claudia Palma – che tornano alla luce le immagini di Marina Malabotti, fotografa che lasciò la vita a soli 41 anni, nel 1988. Figura ibrida, grafica, designer e soprattutto «occhio» puntato sui cambiamenti della società (grazie alla sua collaborazione con l’antropologo-marito Francesco Faeta e il Collettivo Immagine e...