Politica

Lo strappo di Mdp: il Def non lo votiamo

Lo strappo di Mdp: il Def non lo votiamoPierluigi Bersani e Roberto Speranza nei banchi di Mdp alla Camera

Manovra & Governo Si dimette il viceministro Bubbico. I gruppi di Camera e Senato all’unanimità decidono di uscire dall’aula. Pisapia prova a mediare

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 4 ottobre 2017

Che sia uno strappo reale e l’anticamera della fine della legislatura o semplice tattica parlamentare per strappare una manovra più «sociale» è ancora presto per dirlo. Di certo in pochi si aspettavano quanto ieri ha fatto Mdp i in Parlamento.
Un viceministro dimissionario e l’annuncio dell’uscita dall’aula nel voto sull’aggiornamento del Documento di economia e finanza.
Succede tutto a metà pomeriggio, dopo che all’ora di pranzo Padoan aveva parlato in commissione Bilancio al Senato. Le timide aperture del ministro dell’Economia – minori tagli e maggiori entrate dalla lotta all’evasione e «il concordare le misure della manovra con la maggioranza» – non bastano. I gruppi di Mdp si riuniscono e all’unanimità decidono la linea: Sì alla deroga al pareggio di bilancio, uscita dall’aula sul Nadef.
Ad annunciarlo è Roberto Speranza: «La relazione di Padoan di oggi è stata insufficiente, per questo motivo i nostri gruppi parlamentari della Camera e del Senato all’unanimità hanno scelto di non votare la risoluzione sul Def domani (oggi, dndr) e hanno scelto, invece, per responsabilità nei confronti del paese e anche per evitare che scattino le clausole di salvaguardia dell’Iva, di votare a favore dell’autorizzazione che rinvia il pareggio di bilancio».
Il corollario fa fischiare le orecchie a Paolo Gentiloni: «Io non mi sento più politicamente dentro la maggioranza ma spero ancora che il governo cambi rotta».
Una posizione che porta subito alla domanda: «E Pisapia è d’accordo?». La risposta è immediata, ma lascia adito a più di un interrogativo: «È una linea che abbiamo condiviso all’unanimità nei gruppi parlamentari», dunque anche con parlamentari di Campo progressista, come Ciccio Ferrara.
Passano pochi minuti e arriva l’annuncio del senatore più vicino a Pisapia, Bruno Tabacci: «Io voterò a favore, rispetto la posizione di Mdp, ma sta sbagliando: ha una linea poco chiara, confusa, non la condivido. Padoan, rispetto all’incontro di lunedì di Pisapia con Gentiloni, ha dato un segno di apertura importante». E così faranno anche Dario Stefano (ex Sel) e «altri 7 o 8 senatori, un gruppo di senatori non solo “pisapiani” che non condivide certe scelte di Mdp», aggiunge Stefano.
Il colpo più duro per il governo arriva invece alle 7 della sera. Il viceministro all’Interno Filippo Bubbico, unico esponente dell’esecutivo ad aver aderito a Mdp lasciando il Pd, annuncia le sue dimissioni. «La mia posizione sul Def è perfettamente coincidente con quella espressa dai gruppi Mdp. Per questi motivi, dopo avere informato il presidente Gentiloni e il ministro Minniti, che apprezzo e ringrazio per la fiducia accordatami – ha concluso Bubbico – ho rassegnato le mie dimissioni».
È in questo momento che parte la controffensiva renziana. Dal Pd si spara a zero contro l’irresponsabilità degli «scissionisti». «Vogliono far aumentare l’Iva agli italiani, noi invece siamo responsabili», twittano all’unisono Maurizio Martina, Matteo Orfini e Matteo Richetti. La controreplica di Mpd è sia formale che politica: «Studino i regolamenti, ci sono due voti domani. Uno sulla deroga al pareggio di bilancio che evita di far scattare l’aumento dell’Iva. E noi voteremo sì», risponde Artuto Scotto. Iltutto mentre Sinistra Italiana festeggia lo strappo: »Scelta importante e positiva, ora acceleriamo per una proposta comune a sinistra», dichiara Nicola Fratoianni.
A sera arriva poi la nota ecumenica di Giuliano Pisapia. Tutta in positivo, senza accenni di polemica con Speranza e compagni. «In questi giorni mi sono impegnato affinchè Art.1-Mdp votasse a favore dello scostamento di bilancio per evitare non solo l’aumento dell’Iva ma un peggioramento delle condizioni di vita degli italiani, «Prendo atto – continua – che il ministro Padoan ha dichiarato che è stato avviato un percorso per inserire nella legge di bilancio investimenti per contrastare la povertà, sostenere e tutelare il lavoro e garantire la salute intervenendo sui superticket, come abbiamo chiesto nell’incontro conGentiloni». L’esercizio di equilibrio è notevole. Basterà a tenere assieme la maggioranza e la lista unica a sinistra? Ieri sera era difficile dare una risposta.

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