La nomina di Vladimir Luxuria alla direzione del festival torinese Lgbtqi Lovers è l’ennesima conferma di uno strabismo che affligge non da poco tempo e in modo «bipartisan» chi governa la politica culturale italiana le cui logiche appaiono sempre più nebulose. Non abbiamo nulla contro Luxuria ma un conto è fare politica e essere onnipresente nei talk show televisivi, «Grande fratello», «Isola dei famosi», o sulle copertine dei rotocalchi, un altro è dirigere un festival ruolo per il quale come per altri si presuppone ci vogliano gusto, competenze professionali ed esperienza maturata negli anni. Purtroppo però in Italia spesso non...