«In Italia, c’è un problema con i cittadini che non sono registrati, chiamati stupidamente irregolari, che di fatto non hanno accesso alla sanità..sono invisibili. C’è anche un problema di diversi milioni di italiani, più di cinque, che non possono permettersi di curarsi come dovrebbero per ragioni economiche… non ce la fanno a pagare per la propria salute». Così si esprime Gino Strada all’interno di The Dark Side Of Noon, cortometraggio realizzato da Federico Greco e Mirko Melchiorre, che verrà proiettato in anteprima nazionale nell’edizione numero cinquantotto della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, in scena da oggi fino a sabato 25 giugno 2022. La visione della pellicola sarà possibile presso la Piazza del Popolo della città marchigiana, all’interno della storica e seguitissima sezione del cinema in piazza, nella giornata di mercoledì 22 giugno alle ore 21.30, in una serata evento dedicata ad Emergency.

Un rapporto di lunga durata quello tra la mostra e l’associazione umanitaria, che dal 2021 vede quest’ultima presente come Charity Partner. E che probabilmente, grazie all’efficace lavoro svolto in poco più di sette minuti dagli autori del corto, potrà ulteriormente consolidarsi. Perché mai come in questa occasione la creatura fondata da Strada giunge a parlare di sé stessa e del proprio rapporto non con i beneficiari internazionali del suo operato, ma con quelli nazionali: The Dark Side Of Noon narra con maestria e consapevolezza l’Italia del covid19 e dei drammi legati alla pandemia. Non solo quelli personali e collettivi scaturiti dal dolore, dalla malattia e dalla morte, ma anche quelli che il coronavirus ha svelato in modo tanto dirompente quanto drammatico. Protagonista principale è la sanità pubblica italiana e la sua fragilità lungo tutto il territorio: che le voci narranti siano gli orizzonti sonori e visuali del bergamasco o quelli calabresi, poco cambia. Come il nostro SSN sia diventato debole nell’arco di tempo che intercorre dalla fine degli anni novanta ad oggi, lo sottolinea bene la voce postuma di Strada che in poco meno di cinquanta secondi di presenza, oltre tutta l’emotività che genera vederlo parlare, come al solito descrive in modo puntuale e netto quale sia il centro del discorso.

Per comprendere al meglio la genesi e lo sviluppo del progetto documentaristico, abbiamo parlato con Simonetta Gola, moglie del medico e responsabile della comunicazione della ong-onlus: «Come Emergency, durante la pandemia abbiamo lavorato sia a Bergamo, aprendo un reparto di terapia intensiva con l’ospedale cittadino Papa Giovanni, sia in Calabria con un secondo reparto covid nel nosocomio Vittorio Cosentino di Cariati, in provincia di Cosenza. Assieme ai registi, in particolare con Federico Greco, abbiamo inizialmente pensato di documentare i nostri interventi. Stavamo toccando con mano la situazione della sanità calabrese, che è complicata, divisa tra una parte pubblica molto ridotta ed una privata. Il covid è stato come una sorta di cartina di tornasole sulla sanità italiana, non solo perché ha lasciato molte regioni in affanno e difficoltà, ma perché negli anni passati gli investimenti nella sanità pubblica sono drasticamente calati rispetto ai bisogni e se ne è visto l’esito. Se ad esempio in Lombardia si è evidenziata una carenza della sanità territoriale, di personale e di letti in terapia intensiva, in Calabria si è messa in luce una situazione che a prescindere dal coronavirus era drammatica e privativa, con dati estremamente bassi rispetto ai posti letto per abitanti».

Uno degli snodi principali di The Dark Side Of Noon vede protagonisti due operatori di Emergency che esprimono il proprio stupore nell’intervenire non all’estero, ma in Italia, con l’esito che la drammaturgia narrativa della loro testimonianza assume un peso significativo nella resa finale: «Le persone intervistate fanno parte del nostro staff ed in precedenza avevano avuto esperienze con noi in paesi assai difficili. Mai avrebbero pensato di intervenire in Italia, trovandosi in una situazione di grande sorpresa. Al momento delle riprese non erano ancora disponibili le vaccinazioni, i timori dei rischi legati alla situazione, già straniante di suo, erano alti e nel mentre, in Lombardia, si era nel pieno del picco di contagio. Nonostante tutte le difficoltà che abbiamo incontrato, in questo documentario vi è una parte importante dell’attività di Emergency, che è l’idea della cura non solo come risposta al bisogno specifico di salute della persona, ma anche della sua presa in carico. Come si vede nel corto, i pazienti non hanno bisogno solo del l’ossigeno, ma anche dell’empatia che deriva stabilendo un rapporto umano con loro».

Un fotogramma dopo l’altro, la critica allo smantellamento progressivo subito dal sistema sanitario nazionale pubblico diviene innegabile: «L’Italia per noi è un progetto di piccole dimensioni rispetto ad altri paesi, ad esempio in Afghanistan siamo decisamente più impegnati, abbiamo tre ospedali chirurgici, un centro di maternità e quarantaquattro posti di primo soccorso, siamo un sistema sanitario vero e proprio. Di contro qui da noi, effettuamo un intervento di sanità di base dedicato alle fasce escluse da quest’ultima. Parlo di senzatetto, stranieri senza permessi di soggiorno, braccianti che hanno il permesso ma che per orari e distanze non riescono ad usufruire del medico di base. Oltre a chi non riesce per motivi economici: nel passaggio organizzativo dalle USL alle ASL, introdotto dall’allora ministro della Sanità De Lorenzo, venne inserito anche il ticket che ad oggi, per chi ha un buon lavoro può essere considerato un fastidio, per chi ha un reddito basso è un ostacolo spesso insormontabile.

Per questo operiamo nella penisola dal 2006, dedicandoci a tutti coloro che, nonostante la salute sia un diritto garantito dalla costituzione, non riescono a vederlo rispettato. La regionalizzazione del SSN e il convenzionamento con il sistema privato sta portando ad un indebolimento della sanità pubblica, trasformando in merce un diritto. Penso questo ricordando le parole di Gino, quando affermava che «stiamo perdendo un diritto fondamentale per la sopravvivenza di ognuno di noi, senza battere ciglio». Oltre alla giornata dedicata ad Emergency, il cartellone della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, si presenta come sempre estremamente ricco, prevedendo numerosi elementi di interesse, tra cui il concorso internazionale, ed un evento speciale sul cinema italiano organizzato con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale che dedica la sua attenzione al cinema di Mario Martone riproponendone la filmografia per intero. Di rilievo anche la componente musicale, dove spicca il concerto in omaggio a Riz Ortolani, in data 21 giugno in occasione della Festa della Musica. Spazio anche per il tema della disabilità con il progetto «Eleanor» e la relativa disponibilità di tutta una serie di titoli in modalità L.I.S.