Giunge dalla Francia, merito di un’inchiesta di Le Monde, la notizia che 27 persone hanno scoperto di essere mezzi fratelli e sorelle perché nati dallo stesso donatore anonimo di sperma che, dalla Bretagna a Marsiglia a Parigi, per anni ha depositato il proprio seme in svariate e apposite banche. Il tutto è partito dalla curiosità di una di loro, Maude, che a 13 anni, spulciando il faldone sul divorzio dei genitori, scoprì che il padre biologico era un anonimo donatore di seme. Per molto tempo Maude non fa nulla finché nel 2019, quando ha 37 anni e Pierre, l’uomo che l’ha cresciuta come padre, si ammala di cancro, decide di indagare. Scrive a MyHeritage, sito israeliano specializzato in test del Dna, per conoscere le sue origini. Spedito il campione di saliva scopre che, oltre ad avere una provenienza che abbraccia nord e sud dell’Europa, in Francia ha 19 tra fratellastri e sorellastre, di cui lei non sa nulla e che sono nati dallo stesso padre, ignoto. Maude comincia a cercarli, apre un gruppo whatsapp che chiama Demis e nel giro di alcuni mesi scopre che sono in 27. Al di là del nutrito gruppo di famiglia, che ormai si frequenta in grande armonia, da questa storia emergono molti interrogativi, primo fra tutti quello sulle ragioni che hanno spinto un uomo a girare la nazione lasciando qua e là una parte di sé a fini procreativi.

OLTRE al delirio riproduttivo che lo ha mosso, c’è da considerare la questione logistica, perché serve anche una discreta organizzazione per depositare il proprio sperma ai quattro angoli della nazione. Che cos’è, un commesso viaggiatore, un tecnico che mentre va dai clienti sosta in una banca locale dello sperma? È un turista che abbina alla vacanza la cessione di una parte di sé? E’ un mitomane dall’ego ipertrofico che sogna di ingravidare mezzo Paese restando nell’ombra?
Secondo le linee guida del Pet (Progress Educational Trust), un’organizzazione caritativa inglese, un uomo non può donare sperma per più di 25 bambini per evitare il rischio di relazioni fra consanguinei. Per esempio, se due dei 27 fratellastri francesi avessero concepito un figlio senza sapere di essere parenti, che cosa sarebbe potuto succedere?
Nel 2023, un quarantunenne olandese è stato denunciato dalla donna che ne aveva comprato il seme. Aveva scoperto che aveva generato almeno 550 bambini nel mondo, frequentava 13 cliniche e vendeva il suo liquido seminale online. Era pure recidivo, tant’è che nel 2017 la società olandese di ostetricia e ginecologia aveva esortato tutte le banche di sperma a smettere di usare quello di quell’individuo.

DIVENTARE donatore di seme non è così scontato e agevole. Bisogna avere fra i 18 e i 50 anni (ma molte cliniche non accettano ultra 35enni), sottoporsi a test che certifichino che lo sperma sia di ottima qualità, godere di buona salute fisica e mentale, restare in astinenza sessuale per cinque giorni prima del prelievo. Poiché non è ammessa la vendita, ma solo un rimborso spese/disagio, ogni prelievo viene pagato fra 30 e 50 euro, quindi in totale si possono ricavare al massimo 1200 euro, a meno che…
A meno che non si aderisca al programma «Donatore in Esclusiva»offerto dalla danese Cryos che garantisce che quel seme non potrà essere usato da nessun’altra famiglia e per questo privilegio chiede all’acquirente 45 mila euro, inclusi Iva e 10 anni di conservazione delle paillettes, che in questo caso non sono gli sberluccichi attaccati ai vestiti, ma delle provette con dentro gli spermatozoi. Insomma, anche qui valgono le leggi del mercato. Se vuoi essere certo di avere un figlio con padre unico, paghi.

mariangela.mianiti@gmail.com