Sarantis Thanopulos: «La tua critica alla tragedia, nel solco tracciato da Platone, è pungente e concisa. Denunci il suo uso, allora come oggi, da parte del potere come canone estetico del pensiero. Tuttavia nel suo reale configurarsi la tragedia si è collocata in modo destabilizzante, eccentrico rispetto al contesto politico-religioso in cui la polis, nelle sue mire educative, ordinatrici nei confronti dei cittadini, aveva voluto recintarla. Così che ciò a cui gli spettatori assistevano era uno scontro, mai dichiarato, esplicitato, tra la politica di addomesticamento delle tensioni dell’apparato culturale di un imperialismo “democratico” e la sua radicale messa in discussione...