Lightyear – La vera storia di Buzz, il nuovo film della Pixar in sala da oggi è già al centro di una tempesta censoria in molti luoghi del mondo. Cosa è che infastidisce tanto nel racconto che svela le origini dell’astronauta buonissimo – e con una grande mascella – tra i personaggi più amati, paladino per molte generazioni, della saga di Toy Story? Il film diretto da Angus MacLane racconta di quando Buzz si trova con la sua astronave su un pianeta alieno ostile con la sua comandante e amica Alisha Hawthorne, e mentre gli altri cercanno di creare un insediamento terrestre, Buzz vuole tornare indietro ma non realizza subito che viaggia a velocità della luce, e quelli che per lui sono pochi minuti per gli altri diventano anni. Così a ogni ritorno ritrova i suoi compagni sempre più vecchi. A suscitare le polemiche però è un bacio tra Alicia e la sua compagna di vita: la prima a chiedere il taglio della sequenza in questione è stata qualche mese fa la Cina, incontrando però la decisa opposizione di Disney – peraltro il controllo sui blockbuster Usa a Pechino è diventato sempre più stretto.

Il bacio ha tra l’altro una storia piuttosto sofferta: inserito nella sceneggiatura originale era stato a un certo punto rimosso dalla stessa dirigenza Disney.

ALLA CINA si sono aggiunti ora altri stati, per un totale di 14 tra cui il Libano, la Malesia, l’Egitto, l’Indonesia, il Kuwait, tutti allineati nell’omofobia che si traduce, ovviamente con l’imposizione di oscurare qualsiasi riferimento Lgbtq+ sullo schermo (e non solo). Non è la prima volta che accade, qualche mese fa l’Arabia saudita aveva chiesto alla Disney di eliminare una scena da Doctor Strange nel Multiverso della follia dove un personaggio faceva riferimento alle sue due madri – e anche allora la richiesta era stata respinta. Lo stesso è accaduto con The Eterrnals o per il West Side Story di Spielberg in cui è presente una persona trans. In Malesia Animali fantastici e The Rocketman, il biopic su Elton John sono stati vietati per le stesse ragioni.

ANCHE gli Emirati arabi hanno optato per la censura dopo avere annunciato che i film in sala non sarebbero più stati bloccati ma classificati secondo l’età degli spettatori con una nuova categoria di opere vietate ai minori di 21 anni. Per giustificare la censura, il «ministro della tolleranza» degli Emirati ha fatto appello a una non meglio precisata «violazione delle norme che regolano i contenuti mediatici nel Paese».
Il bacio ha tra l’altro una storia piuttosto sofferta: inserito nella sceneggiatura originale era stato a un certo punto rimosso dalla stessa dirigenza Disney. Dopo lo scoppio della polemica legata alla legge della Florida Don’t Say Gay, in cui la stessa Disney aveva finanziato dei politici favorevoli a quella norma discriminatoria nei confronti della comunità Lgbtq+, una lettera aperta dello staff Pixar aveva denunciato un atteggiamento censorio nei confronti di istanze progressiste, come appunto l’inserimento di questo bacio. Su pressione dei suoi dipendenti – e delle reazioni a Hollywood rispetto alla sua politica – la dirigenza Disney ha dovuto reinserirlo. «Non taglieremo nulla, specialmente qualcosa di così importante come un rapporto d’affetto e ispirazione che mostra a Buzz ciò che si sta perdendo nel prendere certe decisioni», ha dichiarato la produttrice, Galyn Susman.