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L’Ncd scalpita, la Campania alza lo sbarramento

L’Ncd scalpita, la Campania alza lo sbarramentoStefano Caldoro, governatore della Campania

Legge elettorale In casa democrat le primarie sono slittate per la terza volta (la data è adesso il 22 febbraio) e le candidature vanno presentate entro domenica

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 3 febbraio 2015

Modifiche alla legge elettorale last minute: in Campania si vota in primavera e domani è stato messo all’ordine del giorno del consiglio regionale l’innalzamento della soglia di sbarramento per le singole liste dal 3 al 10%. Una misura per impedire la fuga dal centrodestra di Area popolare. M5S e Sel (che non sono stati eletti nel 2010) sono sul piede di guerra, secondo Arturo Scotto «sono troppi i dubbi interpretativi, tali da mettere a repentaglio le elezioni». Il 31 luglio era stata approvata, all’interno della finanziaria regionale, una norma ad hoc ma la maggioranza ha combinato un pasticcio: allo stato dell’arte, un candidato presidente che prende meno del 10% non entra in consiglio ma ai partiti che lo sostengono basta il 3. L’emendamento firmato Fi, Fdi e gruppo «Caldoro presidente» in discussione domani serve a metterci una pezza. La mediazione potrebbe essere far scendere lo sbarramento per il presidente all’8% e fissare quello delle liste al 5.

Il governatore uscente, Stefano Caldoro, non formalizza la sua candidatura. Ieri la Caritas ha diffuso i dati sulla povertà: la Campania è al penultimo posto per reddito pro capite (peggio fa solo la Calabria) con 16.369 euro annui, la media al Sud è di 17.416. Gennaio poi verrà ricordato per la parentopoli al Teatro Stabile di Napoli che ha coinvolto l’assessore regionale alla Cultura, Caterina Miraglia, e la parentopoli all’Arlas (l’agenzia regionale per il lavoro e l’istruzione) che ha invece investito l’assessore al Lavoro, Severino Nappi. Nuvole nere anche sul fronte sanità tra le inchieste all’ospedale di Caserta e i dati diffusi dalla Cgil che fotografano il disastro. Alla dismissione silenziosa del Teatro Trianon si è aggiunta la crisi al Ravello Festival con il governatore che ha minacciato di tagliare tutti i fondi in caso di mancata riconferma, da parte dei soci, di Renato Brunetta alla presidenza della fondazione.

I centristi sono indecisi: «Non è possibile fare alleanze a macchia di leopardo. Nessun elettore capirebbe alleanze variabili tra una regione e l’altra. Serve un confronto immediato con Renzi, non possiamo fare gli alleati a comando» è la posizione di Nunzia De Girolamo. Gli assessori Nappi e Pasquale Sommese premono per rimanere nel perimetro di Fi. Gioacchino Alfano tiene una porta aperta al Pd (ma anche all’ipotesi di correre da soli) e puntualizza: «Se Caldoro e Fi imbarcheranno la lista di Salvini noi non ci saremo».

In casa democrat le primarie sono slittate per la terza volta (la data è adesso il 22 febbraio) e le candidature vanno presentate entro domenica. Fino a ieri i candidati erano arrivati a 5: Vincenzo De Luca, Andrea Cozzolino, Gennaro Migliore, Angelica Saggese (tutti del Pd), Nello Di Nardo (Idv) e Marco Di Lello (Psi). Ma Luca Lotti da Roma sta trattando la resa di De Luca (colpito dalla legge Severino), anche se il sindaco di Salerno nega. Questa settimana si dovrebbe finalmente scoprire se la segreteria nazionale azzererà tutto in nome di un candidato unitario o se ci sarà la battaglia Cozzolino vs Migliore.

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