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L’Italia e quella «mission impossible»

L’Italia e quella «mission impossible»Owen Farrell, mediano di apertura dell'Inghilterra.

Rugby Gli azzurri domani a Londra impegnati contro la nazionale britannica per il quarto turno del Sei Nazioni con scarse chance. Sono ventiquattro gli incontri fin qui disputati per altrettante sconfitte

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 9 marzo 2019

Sei Nazioni, quarta giornata. L’Italia è a Londra per affrontare domani il XV della Rosa (Dmax, 17:45). Nelle tre partite finora disputate gli azzurri hanno sempre perso e sembrano avviati al quarto cucchiaio di legno consecutivo, ma non tutte le sconfitte rimediate hanno il medesimo sapore. Con la Scozia è andata malissimo: una sagra degli errori, una difesa inguardabile; con il Galles sono mancati la capacità di sviluppare il gioco e l’accuratezza nei passaggi; contro l’Irlanda a un primo tempo giocato bene è seguito un secondo che ha visto gli azzurri in difficoltà di fronte alle accelerazioni degli avversari. Potremmo parlare di una squadra in crescita ma sappiamo che la continuità non è esattamente il punto di forza della squadra di Conor O’Shea.

SABATO SCORSO gli inglesi sono caduti a Cardiff ma restano in corsa per la vittoria finale e tutto sembra rinviato all’ultima giornata, quando il Galles ospiterà l’Irlanda e al Twickenham andrà in scena la Calcutta Cup. Gli azzurri recuperano Sergio Parisse e Sebastian Negri, riformando con Abraham Steyn la terza linea titolare, mentre Jake Polledri fa la sua apparizione in panchina dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori squadra nelle prime tre giornate del torneo. In prima linea ci sarà Luca Bigi al posto di Leonardo Ghiraldini (pronto a subentrare). Confermata la mediana Allan-Tebaldi. Con gli inglesi non abbiamo mai vinto: 24 incontri e altrettante sconfitte. Qualche volta ci siamo andati vicini: spicca il 18-11 del 2013 al Twickenham, con gli inglesi che si salvarono soltanto con i calci piazzati; il 19-15 del 2012 in un Olimpico innevato; e il 36-15 di due anni fa, quando gli azzurri indispettirono e misero in difficoltà gli avversari con il trucco di non contestare le ruck e infastidire il loro mediano di mischia, furbizia tattica non più riproponibile.

PER QUANTO DELUSO per la sconfitta rimediata contro il Galles, difficilmente il XV della Rosa si farà sorprendere dall’Italia, certo non giocando sul proprio terreno e con la speranza di poter ancora agguantare il trofeo. La differenza dei valori tecnici in campo è netta e incontestabile. In queste tre prime tre giornate la nazionale allenata da Eddie Jones ha messo in mostra un impianto di gioco estremamente pratico e redditizio: grande presenza fisica nei breakdown e ricorso sistematico ai calci tattici di spostamento, con palloni spediti in campo aperto (grubber rasoterra e up-and-down) per sfruttare la velocità e l’abilità dei trequarti, soprattutto Daly e May. Lo schema, perfettamente orchestrato dalla coppia mediana formata da Owen Farrell e Ben Youngs, ha permesso agli inglesi di battere con agio l’Irlanda e distruggere la Francia, infliggendole una delle peggiori sconfitte nella sua storia rugbistica. Ma quando è toccato ai gallesi la musica è cambiata: coach Warren Gatland ha dato disposizione ai suoi di mettere pressione sulla cabina di regia inglese e ha fatto in modo che la linea arretrata dei dragoni presidiasse la propria trequarti chiudendo ogni varco alle possibili incursioni delle ali avversarie. Liam Williams ha giganteggiato sui palloni spioventi e l’Inghilterra si è vista prosciugare la sua principale fonte offensiva. Domani sarà interessante vedere se la linea arretrata azzurra sarà capace di altrettanta maestria. Scozia e Galles saranno in campo nel primo pomeriggio (Dmax, 15:15) al Murrayfield di Edimburgo. I padroni di casa sono penultimi (5 punti) avendo battuto soltanto gli azzurri e sono falcidiati dagli infortuni; i gallesi hanno vinto tutte le partite, schierano la formazione migliore e puntano a conquistare torneo, grande slam e Triple Crown.

DOMENICA tocca a Irlanda-Francia (Dmax, 16:00). E’ un match che vedrà confrontarsi le due squadre più votate allo scontro fisico e a un gioco che esprime appieno le caratteristiche del cosiddetto “power-rugby”. Gli irlandesi hanno vinto due partite su tre e nonostante il periodo non brillante possono contare su un’ossatura di squadra brevettata, con solide certezze. I francesi hanno invece conquistato un solo successo (Scozia) e sono ancora alla ricerca della formazione ideale.

 

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