L’ipocrisia di governi e commissione dopo i Panama Papers
Protesta in Islanda contro il primo ministro, coinvolto nello scandalo dei Panama Papers – LaPresse
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L’ipocrisia di governi e commissione dopo i Panama Papers

Elusione ed evasione fiscale legalizzata Il fisco nazionale è oramai un cimelio storico inadatto a un mondo globalizzato. Circa 32mila miliardi di dollari ormai sono off-shore. E l’Ue non farà l’unica cosa che conta: l’obbligo per tutti di pubblicare bilanci e tasse pagate
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 6 aprile 2016
La divulgazione dei Panama papers scuote di nuovo l’opinione pubblica mondiale sullo scandalo delle tasse non pagate dai più ricchi, che siano singoli o multinazionali, e mette in difficoltà qualche governo, a cominciare da quello islandese. Come sempre accade in queste circostanze – dai Swiss Leaks ai Lux Leaks – tanti commentatori si interrogano se il cancro dei paradisi fiscali sarà finalmente estirpato. «Nulla sarà più come prima», dichiarano a caldo i politici, che promettono indagini fino a Panama. Ma queste frasi le abbiamo già ascoltate ripetutamente sin dal 2009. Fu proprio allo storico vertice del G20 di Londra nell’aprile...
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