Visioni

L’ipercinetico Anderson .Paak torna nel ghetto

L’ipercinetico Anderson .Paak torna nel ghettoAnderson .Paak

Note sparse Il ritorno del rapper, produttore, batterista con l'album «Oxnard», ricco di influenze e collaborazioni

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 28 novembre 2018

Rapper, produttore, batterista, Anderson .Paak è maturato e migliorato con il tempo. Lo descrivono schivo ma mai snob, educato e mai sopra le righe. Nonostante la sovraesposizione è riuscito a custodire una certa profondità di sguardo. Prodotto da Dr. Dre, pubblicato dalla sua etichetta ormai leggendaria, Oxnard è un disco compiuto e pensato da un artista ormai all’apice della sua carriera. Omaggia ancora una volta, dopo Venice e Malibù, le località balneari della sua terra in questo terzo lavoro, anche se in realtà ne esistono altri due usciti sotto lo pseudonimo di Breezy Lovejoy e uno più astrale e visionario firmato a nome NxWorries per Stones Throw. Oxnard ha una direzione precisa: segue perfettamente le nuove coordinate della scena di Los Angeles, tutti in fila dietro Kendrick Lamar, e lo fa aggiungendo una visione molto personale a questo nuovo miscuglio sonoro.

PROPRIO Lamar è presente in Tints, il primo (bel) estratto dell’album, un pezzo dall’impostazione tipicamente funk. Le tematiche politiche si alternano alle problematiche che ogni neroamericano deve affrontare in un ghetto. Non si dedica solo all’hip hop, preferisce andare a esplorare qua e là il mondo del r ’n’ b. È abile nel confezionare opere che possano essere apprezzate tanto da chi nella musica ricerca svago e basta e da chi, nonostante i tempi che corrono, è ancora convinto che l’hip-hop debba contrastare il disagio dell’intera comunità, neanche solo più quella neroamericana. Un prisma ricco, dove si rintracciano i forti echi di Thundercat nel cosmic jazz di Smile/Petty, il nuovo soul di The Chase e a molto altro, comprese le chitarre psichedeliche. Tutto molto bello, forse i momenti meno riusciti sono quando il trentadueenne californiano si dedica completamente all’hip hop, come se dovesse pagare tributo a quella scuola che lo ha formato sì ma che ormai ha ben superato. Un capitolo fondamentale di questo album sono le collaborazioni. Quella con Kendrick Lamar era un vezzo che doveva togliersi da tempo, con Dr.Dre ormai fanno coppia. Spuntano invece con tanto piacere i nomi di Snoop Dogg, Q-Tip e molti, molti altri.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento