Stavolta, giura, non c’è alcun alter ego: «Sono solo io». Nessuna «asexual Pollyanna», né androgine figure in latex, meno che mai la benzo queen warholiana dell’ultimo Daddy’s Home (2021). Se finora St. Vincent aveva fatto propria la lezione di Bowie identificando differenti periodi con altrettante dramatis personae, il nuovo All Born Screaming (Total Pleasure/Virgin Music) si candida da subito come l’album più personale di Annie Clark, il primo interamente autoprodotto dall’artista americana. LE CUI MASCHERE collassano su se stesse, come sembra suggerire l’uso del verbo to crack up reiterato in Reckless, Broken Man e Big Time Nothing. Eppure, questo ritorno...