A partire dagli anni Novanta la questione della sicurezza è assurta alla ribalta dell’opinione pubblica. La distinzione tra classi laboriose, dedite ai commerci, alla manifattura e paladine dell’ordine pubblico come tutela dell’ordine sociale esistente, e classi pericolose, ovvero oziosi, vagabondi, sovversivi e degenerati, si è affermata prepotentemente nella società italiana. Enzo Ciconte, nel suo ultimo lavoro, Classi pericolose (Laterza, pp. 300, euro 20), mette in luce come questa cesura non soltanto va messa in relazione con le disuguaglianze sociali, ma si produce storicamente. SPAZIANDO DAGLI ALBORI del capitalismo ai giorni nostri, Ciconte ricostruisce l’impianto politico-culturale che sottende alla produzione delle...