L’invasione televisiva dei morti viventi
Serie tv La passione per gli zombi sul piccolo schermo
Serie tv La passione per gli zombi sul piccolo schermo
Zombie, morti viventi, walkers , white walkers, biters e non ultimi evil dead, quei «morti cattivi» protagonisti della celebre trilogia di Sam Raimi conosciuta in Italia come La casa. E proprio la serie tv sequel di quei tre film – Ash vs Evil Dead, creata dallo stesso Sam Raimi per Starz network – è l’ultima di una lunga lista di titoli televisivi fra i più seguiti e amati dal pubblico incentrati sui morti viventi.
Mentre sul canale Infinity di Mediaset viene trasmessa in queste settimane la prima stagione di Ash vs. Evil Dead, negli Stati Uniti è appena andato in onda il primo episodio della seconda stagione. Contemporaneamente, si è appena concluso anche il secondo «capitolo» di Fear The Walking Dead, creazione della Amc che costituisce lo spin off della serie più seguita in assoluto: The Walking Dead, di cui la settima serie inizierà il 23 ottobre in contemporanea tra America e Italia, dove va in onda su Sky Atlantic, preceduta da una lunga e agguerrita campagna pubblicitaria.
E degli zombi sui generis, detti Erranti in italiano e White Walkers in lingua originale, sono anche tra i protagonisti della serie Hbo Game of Thrones, vincitrice lo scorso settembre dell’Emmy Award come miglior serie drammatica per il secondo anno di seguito. Nel Trono di spade, mentre ci si contende troni e regni, i non morti rappresentano la minaccia che grava sull’umanità tutta. In ciascuno di questi lavori televisivi, infatti, gli zombi assumono una natura e un ruolo diversi rispetto alla storia raccontata.
In The Walking Dead – la prima serie a portarli dal cinema alla tv nel 2010 – i non morti sono un «pretesto» per osservare il riformarsi della civiltà in seguito all’apocalisse. Sul piccolo schermo come sulle pagine del fumetto da cui la serie è tratta, l’epidemia zombi consente di sfruttare il potenziale horror (e splatter) dei morti viventi ma anche, e sempre più col passare del tempo, l’aspetto «fanta-politico» dell’umanità che deve sollevarsi dallo stato di natura in cui è ripiombata in seguito all’epidemia.
Ma se nel fumetto la crudeltà degli uomini, più che degli zombi, è portata alle sue estreme conseguenze in una visione cupissima della natura umana – che molto deve all’immaginario postapocalittico di La strada di Cormac McCarthy – nella serie tv, nonostante l’abbondanza di sangue, molti dei tabù violati sulla carta vengono evitati, in favore di un prodotto più «digeribile» tutto basato sull’attesa dei colpi di scena e sui cosiddetti cliffhanger tra un episodio e l’altro o anche fra stagioni.
Anche la serie gemella Fear the Walking Dead non fa che sfruttare l’appeal che gli zombi hanno sugli spettatori, raccontando quella fase iniziale del contagio mai affrontata da The Walking Dead, che ha inizio ad apocalisse già compiuta.
Ash vs. Evil Dead, prendendosi molto meno sul serio, fa invece dei morti viventi «la spalla» del protagonista, Ash Williams, in una serie divisa tra la commedia, l’horror e il grottesco come l’antenato cinematografico L’armata delle tenebre.
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