L’invasione non c’è, ma l’Austria schiera i panzer al Brennero
Migranti Governo di Vienna nel caos, la campagna elettorale è già iniziata. Inviati quattro corazzati per bloccare la strada verso il Tirolo. Il ministro della difesa annuncia: 750 soldati pronti a intervenire. La Farnesina convoca l’ambasciatore austriaco a Roma
Migranti Governo di Vienna nel caos, la campagna elettorale è già iniziata. Inviati quattro corazzati per bloccare la strada verso il Tirolo. Il ministro della difesa annuncia: 750 soldati pronti a intervenire. La Farnesina convoca l’ambasciatore austriaco a Roma
Un sostegno all’Italia? La vicina Austria risponde con i carri armati inviati in tutta fretta lunedì sera al Brennero. Quattro corazzati modello Pandur per bloccare subito la strada verso il Tirolo. «Di fronte alla crescita di migranti in Italia dovremo presto proteggere il confine» ha avvertito il ministro della difesa austriaco Hans Peter Doskozil, socialdemocratico, noto hardliner vicino alla destra che si è improvvisato ministro degli interni. «750 soldati sono già mobilitati, in caso di allerta pronti a intervenire entro tre giorni», ha dichiarato al tabloid popolare Kronenzeitung. Ma non è tutto, da mesi è pronto il discusso muro tra Nord e Sudtirolo, una struttura di metallo erigibile con poche manovre.
La mossa spregiudicata di Vienna ha indotto l’Italia a convocare l’ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer.
IN REALTÀ DEL TEMUTO assalto al confine austriaco non c’è nemmeno l’ombra: «Non esiste alcuna emergenza profughi – ha dichiarato Franz Kompatscher, sindaco di Brenner comune di confine – in passato abbiamo avuto tempi molto più difficili, ora la situazione è tranquilla. Non è facile attraversare il confine. I migranti sanno che ci sono dei controlli severi su entrambi i lati del Brennero». Ne esiste emergenza reale attualmente in Austria dove le domande d’asilo quest’anno sono la metà dell’anno scorso, circa 15mila, al di sotto del tetto massimo di accoglienza che il governo stesso aveva stabilito.
LE RAGIONI DELLA DUREZZA austriaca vanno piuttosto cercate nella crisi politica in atto, con un governo di coalizione tra i socialdemocratici (Spoe) e popolari (Oevp) dimissionario, già in campagna elettorale per le elezioni anticipate del 15 ottobre. Eppure, sciolta la coalizione, pur divisi e in conflitto su tutto, Spoe e Oevp hanno concordato una settimana fa un nuovo pacchetto di norme di inasprimento del diritto d’asilo.
«È NECESSARIO dare all’Italia e ai profughi dei segnali chiari e univoci, che al Brennero non si passa», ha detto il governatore della regione Tirolo Guenther Platter, popolare, «Se la situazione lo richiedesse, vorrei che non si tenesse conto delle regole dell’Unione europea, ma dell’interesse proprio della regione Tirolo». È già così, le norme sono poco rispettate: i carri armati sono arrivati al confine con l’Italia senza darne alcuna notifica all’Unione europea. L’Austria poi non ha ancora accolto nessun rifugiato dei 1.950 previsti dal programma di ricollocamento europeo – da ricordare il rifiuto di accogliere 50 minori non accompagnati dall’Italia – pur avendo nel frattempo abbandonato il maldestro tentativo di ottenere deroghe, in nome dell’alto numero di rifugiati, circa 90 mila accolti nel 2015.
Contro Ungheria, Polonia e Repubblica ceca è in corso una procedura d’infrazione per la mancata accoglienza che l’Austria finora è riuscita a evitare.
Perno della politica antimigranti austriaca – che segna una svolta a destra dopo l’estate 2015 dell’accoglienza e più recentemente dell’elezione del verde Alexander Van der Bellen a presidente della repubblica – è il nuovo astro nascente, il trentenne ministro degli esteri Sebastian Kurz. Autore della chiusura della rotta balcanica, è il nuovo capo del partito popolare che gli ha consegnato pieni poteri su ogni scelta. Le ricette di Kurz sono semplici, uguali a quelle della Lega in Italia: chiusura della rotta mediterranea, pressioni sui paesi africani perché si riprendano i migranti e rifugiati respinti: «Il salvataggio in mare non può diventare un biglietto d’ingresso per l’Europa, la follia delle Ong, fattore di attrazione di profughi, deve finire». La politica di Kurz ha messo fuori scena l’estrema destra, la Fpoe di H. C. Strache.
Diversa la posizione del cancelliere Christian Kern, socialdemocratico, a sua volta ondeggiante e contraddittorio sul tema. «I problemi dell’immigrazione non si risolvono con la bacchetta magica, bisogna cercare delle soluzioni realistiche» ha detto Kern condividendo l’approccio ampio di Angela Merkel.
A COMPLETARE IL QUADRO, verso sera, interrogato dal quotidiano viennese der standard, il ministero degli interni, a cui spetterebbe nel caso richiedere l’assistenza dell’esercito che poi deve essere autorizzata dal consiglio dei ministri, cosa non avvenuta, ha dichiarato che non esiste nessun motivo per controlli ai confini, che la situazione è stabile da mesi, condividendo comunque i preparativi per il giorno x. Disaccordo invece del presidente di polizia del Tirolo Helmut Tomac: «I controlli al Brennero sono del tutto fuori luogo, i preparativi del ministero della difesa, considerando lo sviluppo della rotta del Brennero, con 15 o 25 migranti al giorno, incomprensibili».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento