L’invasione della Bundesliga
Calcio Al torneo tedesco i gruppi finanziari che stanno investendo nel mercato piacciono assai poco.
Calcio Al torneo tedesco i gruppi finanziari che stanno investendo nel mercato piacciono assai poco.
Alla Bundesliga i gruppi finanziari che stanno invadendo il mercato piacciono assai poco. Il torneo tedesco in questo senso è un’anomalia nei principali cinque tornei nazionali d’Europa per l’applicazione di una regola, denominata 50+1, secondo gli investitori privati non possono avere più del 49% del controllo di un club tedesco, impedendo così a singoli grandi investitori di avere il pieno potere esclusivo sulle decisioni della società. La federcalcio tedesca ha chiesto recentemente all’autorità indipendente per la concorrenza che la norma 50+1 non fosse mai più toccata, per tutelare la parte più importante del sistema pallone, ovvero i tifosi, che resteranno gli azionisti di maggioranza di tutti i club della prima e della seconda serie.
L’ingresso di Red Bull ha scatenato le tifoserie del calcio tedesco, sugli spalti ci sono ancora, a distanza di anni, striscioni contro il colosso energetico e il tipo di politica portata nel calcio nazionale.
SI TRATTA effettivamente di qualcosa di anomalo, tenendo conto dei colossi finanziari che hanno acquistato diversi club in Premier League, il torneo più appetibile. Ma come abbiamo visto negli ultimi mesi, investitori americani, emiri, qatarioti, sauditi si dirigono anche verso la Serie A – dove solo il Napoli tra i club di alta fascia resta di proprietà italiana -, senza disdegnare offerte anche nella Liga spagnola e nella Ligue 1. E’ stato il St.Pauli, una delle società con più tradizione del calcio tedesco, a chiedere – via mozione – che fosse salvaguardata la norma del 50+1, che in verità ha conosciuto tre deroghe, che rappresentano la motivazione della richiesta del St.Pauli. Sia il Bayer Leverkusen, sia il Wolfsburg sono stati acquistati da due colossi da due case automobilistiche nazionali prima che entrasse in vigore la 50+1, nel 1998. E poi c’è il Lipsia, con Red Bull – che possiede anche le quote del Salisburgo – che ha acquisito la società quando quest’ultima non aveva ancora varcato la soglia del professionismo. L’ingresso di Red Bull ha scatenato le tifoserie del calcio tedesco, sugli spalti ci sono ancora, a distanza di anni, striscioni contro il colosso energetico e il tipo di politica portata nel calcio nazionale.
DUNQUE, per evitare che ci fosse nuovamente ricorso a una deroga, con il mercato del calcio in fermento e il movimento di grandi gruppi finanziari, la Bundesliga è stata capace di fare un passo indietro, rinunciando alla nuova via della ricchezza del calcio per tutelare l’essenza dei club, concepiti come organizzazioni senza scopo di lucro gestite dalle associazioni dei tifosi. Nessuna deroga sarà più concessa. Una linea che potrebbe tutelare la Bundesliga, qualora la bolla del calcio inglese dei super-ingaggi e delle spese impazzite dovesse evaporare. In linea generale, secondo le regole varate nel 1998, quando un investitore detiene interessi nel club per oltre 20 anni può richiedere l’esenzione alla regola del 50+1. A inizio marzo, il principale investitore dell’Hoffenheim Dietmar Hopp aveva dichiarato che avrebbe rinunciato alla deroga, visto che era vicino a restituire la maggior parte dei suo diritti di voto al club stesso senza percepire alcun compenso.
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