L’invasione degli «ultracorpi» che minacciano gli habitat naturali
Dossier La Ue aggiorna la «lista nera» delle specie pericolose, vegetali e animali. Attualmente sono sessantasei e più della metà si sono insediate in Italia. Buona parte è fonte di problemi gravi
Dossier La Ue aggiorna la «lista nera» delle specie pericolose, vegetali e animali. Attualmente sono sessantasei e più della metà si sono insediate in Italia. Buona parte è fonte di problemi gravi
Una delle più note in Italia è la zanzara tigre, ormai compagna indesiderata da cosi tante estati da averci fatto dimenticare che si tratta di una specie esotica. Le altre vanno dall’alga australiana che ha colonizzato tutte le località del Mediterrano allo scoiattolo grigio, che ha messo all’angolo lo scoiattolo rosso dei boschi europei.
LE SPECIE ALIENE APPARTENGONO a tutti i gruppi, animale e vegetale, vertebrati ed invertebrati; secondo la definizione dell ‘Ispra, sono tutti quegli organismi introdotti dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori dall’arena di origine . Si tratta di un fenomeno antico, legato principalmente alle attività commerciali, e diiffuso in tutti gli ambienti. Succede però che alcune di queste specie non rispettino le regole dell’ospitalità, istallandosi ad oltranza ed infastidendo i padroni di casa: a quel punto assumono il titolo di «invasive».
L’IMPATTO SULL’ AMBIENTE E SULL’UOMO di alcune specie invasive è tale da necessitare un regime di sorveglianza speciale. Sono fra i principali fattori di perdita di biodiversità e della distruzione di habitat e rappresentano la prima causa di estinzione di specie animali nel mondo, la terza se oltre alla fauna si prende in considerazione anche la flora. Sono anche costose dal punto di vista economico: l’Unione Europea spende ben 12 miliardi di euro all’anno per eradicarle, e il loro numero e proliferazione è sotto costante monitoraggio, onde evitare il superamento di livelli di guardia oltre i quali le specie autoctone soccomberebbero.
L‘UNIONE EUROPEA AGGIORNA PERIODICAMENTE i suoi elenchi di specie pericolose. Nel 2019 se ne sono aggiunte altre 17, 13 vegetali, due pesci e un uccello. Fino allo scorso anno delle 66 specie pericolose messe in lista, 33 sono in Italia. Una buona parte è fonte di problemi gravi. Il calabrone asiatico, importato dalla Cina attraverso le merci dello Yunan, attacca le api da miele. Il punteruolo rosso asiatico ha fatto strage di palme in tutto il Mediterraneo, e per combatterlo si sono usate tonnellate di pesticidi.
A METÀ DEGLI ANNI 90 È STATO IMPORTATO il gambero rosso della Lousiana da un’azienda di Masarosa in Toscana: fuggito d’allevamento, è entrato in competizione con il gambero di fiume italiano, minacciandone l’estinzione. La tartaruga dalle orecchie rosse è arrivata in Italia dalla Florida per scopi ornamentali, e la sua abilità predatoria sugli invertebrati acquatici sta mettendo a rischio gli ecosistemi, oltre a interferire con la fragile testuggine d’acqua dolce autoctona Emys orbicularis. Gli stagni di Cabras, in Sardegna, hanno visto recentemente l’arrivo del Granchio blu americana, grosso e per niente amichevole con la fauna locale. Anche la rana toro viene dall’America e ha una spiccata antipatia per le specie autoctone, difatti da quando è stata introdotta per ragioni alimentari ed ornamentali addirittura negli anni 30, se non prima, ha causato diverse epidemie. L’elenco è lungo e il fenomeno è inarrestabile.
TRA I NUOVI ALIENI, OLTRE AD ALCUNE PIANTE, ci sono anche il tanuki, o cane procione, e l’oca egiziana. Il tanuki è un animale sacro ai giapponese, che gli associano miti e leggende; in Italia è diventato famoso tramite manga e video giochi, ma poi dalla fiction è passato alla realtà. Gli avvistamenti sono in aumento e nonostante si tratti di un animale timido e poco aggressivo, è stato inserito nella lista delle specie invasive. Secondo Birdlife Europa è uno dei principali vettori della rabbia in Europa e una grande minaccia ecologica. Non per sua colpa: l’animale è utilizzato per la sua pelliccia, e la diffusione in Europa è dipesa dalla fuga da qualche allevamento.
«CHI È CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO»: merci e persone possono fungere da vettori volontari e inconsapevoli, ma un ruolo importante nella diffusione di specie aliene è giocato dal commercio di piante esotiche e di animali da compagnia o ornamento, dall’introduzione volontaria per attività di pesca o caccia sportiva, dal rilascio da parte di cittadini. Un rapporto del Joint Research Center dell’ Unione Europea sulla distribuzione delle 28 specie esotiche invasive che si sono aggiunte dal 2017 ad oggi mostra una grande concentrazione di specie aliene invasive nel Regno Unito , in Olanda e in altri paesi dell’Europa nord-Occidentale, fatto dovuto probabilmente alla lunga storia di attività commerciali di questi paesi. E se il fenomeno viene percepito in aumento è anche perché l’uomo se ne accorge di più a causa delle interferenze con le sue attività commerciali oltre che con la sua salute. L’asiatica zanzara tigre non è solo fastidiosa, ma ha trasmesso all’uomo diverse malattie inesistenti in Europa, come la dengue, la febbre gialla e la zika.
IN PARTICOLARE LA ZANZARA TIGRE È STATA responsabile del primo focolaio europeo di chikungunya, un virus che causa febbre alta e problemi articolari: nel 2007 colpì 200 persone in provincia di Ravenna. I primi avvistamenti di zanzara tigre in Italia risalgono al 1990 a Genova. Dobbiamo la sua rapida diffusione in varie parti di Europa, Olanda e Germania comprese, al commercio dei pneumatici di seconda mano, spesso utilizzati dalla zanzara per deporre le uova.
UN’ALTRA INVASIONE, QUELLA DEL PESCE PALLA argenteo, ha fatto salire i livelli di allarme sul fenomeno. Lagocephalus sceleratus, il cui nome scientifico è tutto un programma, sta colonizzando il Mediterraneo da est ad ovest ed è una specie pericolosissima: oltre ad essere molto aggressiva nei confronti degli altri pesci, che attacca anche quando sono nelle reti dei pescatori, causando danni al pescato, è un pesce molto velenoso. La tossina che secerne, la tetradotossina, è 100 volte più tossica del cianuro. Si stima che l’invasione del Mediterraneo da parte del pesce palla argenteo sarà una vera e propria piaga economica e sanitaria nel prossimo futuro, soprattutto perché favorita dai cambiamenti climatici. (vedi intervista sotto)
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