Negli Stati Uniti si è guadagnata l’appellativo di «insetto nazionale», mentre le comunità indigene messicane la considerano un animale sacro.

Si tratta della farfalla monarca, Danaus plexippus, che è anche diventata il simbolo del declino dei lepidotteri, colpiti dalla devastazione degli ecosistemi e dagli sconvolgimenti climatici. La popolazione di monarca è diminuita negli ultimi 30 anni del 99% e mostra gravi difficoltà di sopravvivenza. Questa farfalla, originaria del Nord America, oltre a essere conosciuta per la sua straordinaria combinazione dei colori giallo, nero e arancione, è l’unico insetto che ogni anno è impegnato in un processo migratorio di migliaia di chilometri. Un caso unico di migrazione stagionale che coinvolge più generazioni e che interessa Canada, Stati Uniti, Messico.

Le farfalle trascorrono l’estate nel Nord America e poi vanno a svernare in aree climaticamente più favorevoli alla conservazione della specie. Alcune popolazioni del nord-ovest degli Stati Uniti preferiscono fermarsi in California, ma la maggior parte si dirige verso una piccola valle dello Stato messicano di Michoacan dove si trova la Riserva della biosfera delle farfalle monarca, un’area di 56 mila ettari che dal 2008 è patrimonio dell’Unesco.

Milioni di farfalle, dopo un viaggio di 4 mila chilometri, trascorrono l’inverno tra i pini e gli abeti della Riserva, in una condizione di diapausa riproduttiva che preserva le energie in attesa della primavera, quando dovranno migrare verso Nord. Forse nessun altro insetto deve affrontare un insieme di problemi così complessi come la farfalla monarca, il cui ciclo vitale è connesso alle situazioni ambientali sempre diverse che incontra lungo la sua rotta migratoria. Sono necessarie tre generazioni per raggiungere dal Messico il Nord America, con le femmine che depongono le uova nei diversi habitat lungo il percorso. Il quarto ciclo riproduttivo si realizza nelle aree di arrivo e porta alla formazione di una super-generazione che vive più a lungo, 6-8 mesi, ed è in grado di compiere in autunno il viaggio di ritorno senza doversi riprodurre.

Sono le alterazioni degli ecosistemi lungo la rotta migratoria a rendere sempre più difficile il viaggio: la deforestazione, l’impiego dell’erbicida glifosato e degli insetticidi neonicotinoidi a cui le farfalle monarca sono sensibili, la distruzione di piante perenni del genere Asclepias le cui foglie sono fondamentali per l’alimentazione delle larve. I cambiamenti climatici che si registrano nei tre Stati dove si compie il ciclo vitale della monarca ne accentuano il declino. Aumento delle temperature, sfasature stagionali, anticipo delle fioriture, lunghi periodi di siccità, sono tutti fattori destabilizzanti per un insetto che si regge su equilibri delicati. Anche gli estesi incendi forestali che hanno interessato Stati Uniti e Canada sono stati un fattore che ha ridotto la popolazione. Siamo di fronte a trasformazioni su vasta scala che minacciano l’esistenza di una farfalla che si è evoluta sviluppando i complessi meccanismi che stanno alla base del processo migratorio.