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L’inquinamento rende inefficaci gli antibiotici

L’inquinamento rende inefficaci gli antibiotici

The Lancet Lo studio dei dati relativi a 116 Paesi, tra il 2000 e il 2018, indica che all’aumento dei livelli di inquinamento atmosferico è correlata una maggiore resistenza agli antibiotici

Pubblicato circa un anno faEdizione del 9 agosto 2023

L’aumento dei casi di resistenza agli antibiotici può essere legato all’inquinamento atmosferico. Lo suggerisce la prima analisi globale condotta dai ricercatori della Zhejiang University e dell’Università di Cambridge, pubblicata sulla rivista The Lancet Planetary Health. Lo studio dei dati relativi a 116 Paesi, tra il 2000 e il 2018, indica che all’aumento dei livelli di inquinamento atmosferico è correlata una maggiore resistenza agli antibiotici. In Nord Africa, Medio Oriente e Asia meridionale sono stati registrati i livelli più alti di resistenza, mentre in Europa e in Nord America i più bassi. Quasi mezzo milione di morti premature, nel 2018, sono state collegate a questo tipo di resistenza, che ha causato un costo aggiuntivo per le economie globali di 395 miliardi di dollari. La proiezione di possibili scenari futuri suggerisce che il rispetto delle linee guida dell’Oms sulla qualità dell’aria, previste per il 2050, potrebbe ridurre la resistenza del 17% e prevenire il 23% dei decessi prematuri associati, con un risparmio economico annuo di 640 miliardi di dollari.

Sebbene l’abuso e l’uso eccessivo di antibiotici siano le principali cause nello sviluppo resistenza, le prove suggeriscono che il particolato fine, uno degli inquinanti più frequenti nelle aree urbane, composto da particelle 30 volte più piccole della larghezza di un capello, può contenere batteri e geni resistenti agli antibiotici che possono essere trasferiti negli ambienti e inalati direttamente dagli esseri umani. Nonostante siano necessarie ulteriori ricerche, i risultati dello studio evidenziano che il controllo dell’inquinamento atmosferico potrebbe ridurre notevolmente i decessi e i costi economici derivanti dalle infezioni resistenti agli antibiotici. Lo studio mostra, inoltre, che la relazione tra le due cose si è rafforzata col tempo, con maggiori livelli di inquinamento atmosferico che coincidono con l’incremento della resistenza.

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