Cultura

L’indagine di Maxim Samson tra le «linee invisibili» del mondo

L’indagine di Maxim Samson tra le «linee invisibili» del mondo

Per Laterza Il geografo inglese, che insegna alla DePaul University di Chicago, analizza «le linee di demarcazione» che definiscono lo spazio nel quale ci muoviamo anche quando non si tratta di barriere fisiche o geografiche, quanto piuttosto culturali o legate al nostro immaginario

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 31 maggio 2024

In Linee invisibili. I confini e le frontiere che disegnano il mondo (traduzione di Alessandro Manna, Laterza, pp. 408, euro 24), il geografo inglese Maxim Samson, che insegna alla DePaul University di Chicago, analizza «le linee di demarcazione» che definiscono lo spazio nel quale ci muoviamo anche quando non si tratta di barriere fisiche o geografiche, quanto piuttosto culturali o legate al nostro immaginario politico, religioso, antropologico.

«In effetti, strade, fiumi e catene montuose sono tutti dei tipi di confini che possono essere percepiti con gli occhi», spiega Samson, prima di aggiungere: «Spesso, tuttavia, non è l’entità fisica a detenere un potere ma, piuttosto, il significato intangibile e i possibili esiti che ad essa sono associati». Per questa ragione, sottolinea lo studioso, con i miei studenti insisto «su dei confini che molti – forse la maggior parte – non hanno mai preso in considerazione: si va dalle prove assai discrete della presenza di una comunità religiosa ai modi in cui le politiche di pianificazione influenzano, a seconda dei quartieri, i servizi che riceviamo e, per estensione, le nostre stesse possibilità di vita».

Vasta e articolata «la mappatura» proposta da Samson che esplora oltre trenta di queste linee invisibili: dalle correnti artiche o la «cintura della malaria» a quelle che abbiamo segnato per circoscrivere gli effetti delle nostre azioni, come la «zona rossa» di Cernobyl o i cordoni sanitari del Covid. O ancora: le linee utilizzate per reclamare territori contesi, come quelle nella ex Jugoslavia o tra le gang di Los Angeles, o quelle che servono a definire e difendere le diverse identità, come le banlieues di Parigi, il Bosforo, gli Urali o la «Bible Belt» che traversa gli Stati Uniti.

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