Visioni

«Linda e il pollo», sguardo a colori sull’ingiustizia

«Linda e il pollo», sguardo a colori sull’ingiustiziaUn’immagine da «Linda e il pollo»

Al cinema Il film d'animazione di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach. Dallo sciopero alla filiera della carne, un viaggio di consapevolezza senza limiti d’età

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 12 settembre 2024

Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach è arrivato finalmente nelle sale italiane dopo la presentazione a Cannes l’anno scorso, il passaggio a Locarno e Torino e, soprattutto, il premio per il miglior film al festival di cinema d’animazione di Annecy. Che un film «per bambini» sia così amato dai festival potrebbe sembrare peculiare, ma il punto è che Linda e il pollo mira proprio a scardinare questo spartiacque che continua a perdurare in Italia, mentre in Paesi come la Francia da molto tempo si è abbracciata la dicitura «tout public». Nel film la barriera si infrange nell’incontro tra i due mondi, quello dell’infanzia e quello adulto, dove lo sguardo dell’uno sull’altro è motore per scoprire qualcosa di nuovo in un respiro comune, accorciando le distanze.

«LINDA E IL POLLO» è un’avventura innescata da una riparazione: la giovane protagonista è stata ingiustamente sgridata, la mamma Paulette vuole farsi perdonare e prepararle il desideratissimo pollo con i peperoni. Che però sembra introvabile in una giornata in cui tutto è chiuso per lo sciopero generale. Rimane nella memoria la sequenza di apertura, dove con gli strumenti dell’animazione viene escogitata in maniera originalissima e toccante la morte del papà. Il pollo con i peperoni è l’ultimo piatto da lui cucinato, da qui il desiderio di Linda.

INIZIANO allora i «salti mortali» alla ricerca del pollo con tutti i negozi chiusi, un modo per scoprire, con gli occhi di Linda, il processo che porta al cibo nel piatto, ripercorrere a ritroso la filiera fino all’animale piumato. Un percorso di consapevolezza, insomma. Le scene finali del film rappresentano un rovesciamento, bambini e bambine «prendono la piazza» e manifestano lanciando peperoni fumanti. Come si comporta l’autorità che, in questo caso, siamo noi? «La mancanza sta dappertutto, non siamo tutti sempre performanti, e questa secondo me è una lezione importante» ci diceva a Cannes Chiama Malta.

Linda e il pollo non è la prima collaborazione tra la regista e Sébastien Laudenbach. Malta, romana di base a Parigi, dimostra di essere a suo agio con numerose possibilità espressive, dai film di finzione all’animazione fino alle serie tv, come testimonia la recente Antonia per Amazon Prime, un altro viaggio di scoperta innescato da un evento «negativo» – in quel caso, i sintomi dell’endometriosi sempre più invalidanti. L’animale guida di Antonia, tra l’altro, si rivelerà essere una gallina. Sébastien Laudenbach ha alle spalle una lunga carriera nell’animazione, in Linda e il pollo sceglie di caratterizzare ogni figura con pochi tratti e un colore, quasi a sottolineare una qualità cromatica del carattere. Il risultato è un leggero film molto serio, visivamente originale nelle soluzioni, dove temi importanti come l’ingiustizia, la rivolta, l’imperfezione, il lutto si intrecciano alla tragicomica ricerca del pollo riparatore.

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