Commenti

L’inaccettabile avviso del ministro a Saviano

L’inaccettabile avviso del ministro a Saviano/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/11/10/11pol2 spalla roberto saviano foto sintesi visiva

La revoca della scorta Possono esserci decine di buone ragioni per revocare una scorta, o anche solo per paventarne la revoca. Ma ce n’è una certamente sbagliata: l’aver criticato il ministro degli Interni. La […]

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 22 giugno 2018

Possono esserci decine di buone ragioni per revocare una scorta, o anche solo per paventarne la revoca.

Ma ce n’è una certamente sbagliata: l’aver criticato il ministro degli Interni. La minaccia di Matteo Salvini, forse resa ancora più grave dallo stile scelto, l’avvertimento implicito, non è faccenda che riguardi lo scrittore Roberto Saviano, sul quale ciascuno può pensare ciò che vuole. Attiene solo allo stile del ministro e vicepremier, e all’idea di potere che ne traspare.

«Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero», così il responsabile del Viminale, tra una dichiarazione di guerra alle Ong e l’altra, giusto all’indomani di una critica acuminata mossagli dallo scrittore napoletano. Decidere in materia non spetta al ministro, e lo sa anche lui. Come sapeva benissimo di non poter censire etnicamente nessuno. Ma è il suo stile e sarebbe un errore scambiare i ringhi in questione per pure boutade pubblicitarie.

Sono segnali e in quanto tali pericolosi. A volte come e anche più delle stesse misure concrete.

Un ministro che minaccia un nemico politico, che lascia capire di non gradirlo affatto, dà coraggio e forza a chi in un modo o nell’altro vorrebbe sbarazzarsene, proprio come un ministro che minaccia di censire i Rom legittima e autorizza chiunque non veda l’ora di sfogare frustrazioni e pregiudizi.

La reazione è stata corale. La scorta di Roberto Saviano non verrà rimossa.

Ma non era questo l’obiettivo di Salvini. Il segnale è arrivato comunque e non solo all’autore di Gomorra. Ora chiunque si senta troppo in vena di criticare, inclusi moltissimi meno visibili e dunque meno protetti di Saviano, sa che ciò non sfuggirà allo sguardo del nuovo alto loco, sente olezzo di editto bulgaro, registra il brutale invito a moderare i toni e a esercitare la debita autocensura.

Prima che intervenga la censura vera e propria. Non è il cambiamento promesso, ma l’eterno ritorno dell’uguale, delle mire censorie, delle allusioni minacciose seguite spesso dagli interventi brutali, che nella politica italiana equivale spesso al peggio.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento