Visioni

L’importanza di chiamarsi Elvis Costello

L’importanza di chiamarsi Elvis Costello

Note sparse Esce il nuovo album dell'artista britannico «The Boy Named If»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 26 gennaio 2022

È quasi imbarazzante che in molti conoscano poco o che addirittura non conoscano affatto Elvis Costello. No, non potete pensare a Costello esclamando con stupore «ah sì, quello che ha cantato She nel film Nothing Hill» . Non lo fate. Perché è imbarazzante e ci si sente quasi a disagio ogni volta nel dover far capire chi e cosa rappresenta Declan Patrick McMananus (il suo vero suo nome) nel e per il mondo della musica. Certo non pretendiamo che abbiate ascoltato tutta la sua discografia immensa e variegatissima, però almeno le basi sarebbero opportune. Ma tant’è che risulta quasi impossibile che in molti conoscano Couldn’t call it unexpected n4 dell’album Mighty Like a Rose e dubitiamo fortemente che in molti conoscano un gioiello come When I was Cruel. Siete però ancora in tempo per recuperare, con questa sua ultima creazione The Boy named if, prodotta da Sebastian Krys e Elvis Costello che vede alla batteria Pete Thomas, alle tastiere Steve Nieve e al basso Davey Faragher. Elvis Costello & The Imposters insomma, sempre per chi li conosce.

AVETE LA POSSIBILITÀ di riavvolgere il nastro della vostra cultura musicale, avete la possibilità di inserire nella vostra Bibbia delle sette note un album che si può definire straordinario. E tornando all’imbarazzo iniziale qui l’imbarazzo è al contrario. Quando arrivano all’orecchio canzoni come The Difference, What if I can’t give you anything but Love?, Mistook me for a friend, Magnificient Hurt o un pezzo come The Death of Magic thinking, l’ascolto provoca imbarazzo perché è veramente un album che nel 2022 ti ascolta. Si, questo The boy named if è un album che «ti ascolta». E in un mondo dove ci si sente da soli, l’artista inglese dimostra ancora una volta che la musica è sempre l’unica vera compagna fedele.
Elvis Costello andrebbe studiato nelle scuole e citato più di tanti altri illustri colleghi. Ma si vede che quelli che contano non hanno mai perso tempo a leggere davvero i suoi testi, a comprenderne l’ironia e la sua smisurata intelligenza. Avete una grande occasione con The boy named if. Non sprecatela.

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