L’immoralità di un sistema nefasto che vende vestiti e rovina il mondo
Il primo autunno, tra settimane della moda e fiere di settore, ha visto l’uscita di due saggi sul tema del fashion e soprattutto del fast fashion, entrambi dispensatori di riflessioni e dritte sul cambio armadio inteso come approccio nuovo alla faccenda vestiario e tessile. Si tratta di Contro la moda di Anouchka Grose, Wudz edizioni, che a dispetto del titolo è molto più clemente del poderoso e contundente Il libro della moda anticapitalista di Transy Hoskins, edito dal Saggiatore, con eloquente sottotitolo tra Karl Lagerfeld e Karl Marx».
DUE DONNE, SCRITTRICE e psicanalista la prima, giornalista di inchiesta la seconda, che parlano di vestiti in modo molto diverso da quel che retorica vuole. Grose, figlia di giornalista amante del cambio d’abito, già creatrice dei propri indumenti come la Clara Button ragazzina della serie inglese di libri per bambini di Amy De La Haye e Emily Sutton, affronta il tema da un punto di vista teorico e semiotico con amplio tributo a Barthes e Flugel (autore di Psicologia dell’abbigliamento, 1930) e ha come propulsore il bisogno di indumenti pur ritenuti inutili, dannosi, realizzati da lavoratori in condizione di sfruttamento. L’analisi parte da un bivio ideale dell’autrice: precipitarsi a Oxford Street per gratificarsi con l’ennesimo capo d’abbigliamento o provare ad analizzare la questione dell’eterna lotta moda versus verso bussola morale.
«CONTRO LA MODA», disamina sulla moralità del comparto produttivo tra i più letali dell’economia mondiale, è stato scritto in risposta a questo dubbio e fornisce con un compendio utile sulla storia, l’immaginario e la colonna sonora della moda dagli abiti vittoriani al punk, anche spunti e considerazioni sulla ricerca della propria identità a partire dal vestiario stilando un manifesto serio ma divertito che ha come orizzonte il futuro del pianeta.
IL SAGGO, SUL FINALE, ha alcuni punti di contatto con il libro di Tnasy E.Hoskins, nella misura in cui invita a porsi in ascolto con il mondo anche nella scelta dei propri abiti; Il libro della moda anticapitalista dal canto suo è un’esortazione vera e propria alla rivoluzione contro la moda corredata di precise istruzioni sul come avviarla. Hoskins aveva già esaminato il tema del calzaturiero in Lavorare con i piedi. Ciò che le tue scarpe stanno facendo al mondo uscito nel 2021, e ora completa la fotografia con l’istantanea di un impero, scrive, splendido e terribile. Lo ha dovuto fare, perché nessuno ha mai spiegato in misura adeguata il problema cui vuole porre fine: un sistema economico cui si ascrive un portato di tremende condizioni di lavoro, distruzione ambientale, disturbi alimentari.
NON FA SCONTI A NESSUNO, Hoskins, non a Coco Chanel e al suo contegno filonazista, non all’alta moda, non a quella di catena, non alle boutique, men che meno all’on line; ricorda come nell’anno pandemico 2020 mentre milioni di lavoratori si ritrovavano disoccupati i miliardari del comparto abbiano visto crescere il proprio patrimonio di 540 miliardi (fonte Oxfam).
VIENE RIPERCORSO puntualmente il racconto della tragedia di Rana Plaza, quando un cedimento strutturale nel 2013 portò al crollo dell’edificio commerciale nella capitale del Bangladesh, Dacca, che ospitava una fabbrica tessile; questo fu causa della morte di 1.134 lavoratori, obbligati a restare al loro posto nelle ore successive al manifestarsi delle prime crepe. Anche la moda così detta etica e le capsule green sono liquidate dall’autrice che ritiene poco utile il cambiamento nei consumi del singolo. Quello che reclama è la costruzione di una società postcapitalista strutturata in modo democratico attraverso comunità di produttori associati anziché governata gerarchicamente, dove democrazia e libertà di espressione individuale possano essere massimamente tutelate. Preso atto che il capitalismo non è in grado di fornire alla popolazione mondiale abbigliamento ma neanche cibo, riparo, istruzione e assistenza sanitaria a sufficienza l’invito è a unirsi al movimento per rifare tutto (volendo provarci lei sta qui: https://tansyhoskins.org).
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