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L’immagine «sicura» che piace agli Oscar

L’immagine «sicura» che piace agli Oscar

Cinema «Non essere cattivo di Caligari» è stato escluso dalla cinquina. Come il capolavoro «Le mille e una notte» di Miguel Gomes. ma l'Academy sembra prediligere titoli meno destabilizzanti

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 19 dicembre 2015

Non essere cattivo è stato eliminato dalla prima short list del miglior film straniero in corsa ai prossimi Oscar. Per Caligari, regista rimasto ai margini in patria – e anche all’estero perché non è che i suoi film fossero così supportati dal sistema cinema italiano – poteva essere un riconoscimento bello anche se postumo (siamo sempre alla magnifica battuta del Fotografo di matrimoni bellocchiano, l’Italia è un Paese per i morti, più o meno …).

 

Ma in America, e all’Academy Awards poteva davvero piacere la poesia esistenziale dei due amici ai bordi della metropoli, sull’orizzonte b-movie di Ostia che somiglia alla provincia americana? Viene da chiederselo alla luce degli esclusi tra cui alcuni dei migliori film dell’anno: primo le Mille e una notte di Miguel Gomes, poi The Assassin di Hou Hsiao Hsien – inoltre ci sono il Leone d’oro dello scorso anno, Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza o El Club di Pablo Larrein.

 

 

Proseguono invece la corsa in una ulteriore short list di nove titoli – da cui usciranno, il prossimo 14 gennaio – i cinque concorrenti all’Oscar per il miglior film straniero – Dio esiste e vive a Bruxelles di Jaco Van Dormael (Belgio), El abrazo de la serpiente di Ciro Guerra (Colombia), A War di Tobias Lindholm, (Danimarca), The Fencer di Klaus Härö (Finlandia), Mustang di Deniz Gamze Ergüven (Francia), Il Labirinto del silenzio di Giulio Ricciarelli (Germania), Figlio di Saul di László Nemes (Ungheria), Viva di Paddy Breathnach (Irlanda), Theeb di Naji Abu Nowar (Giordania).

 
Insomma sono stati privilegiati i «temi forti», nazismo, olocausto, o come nel caso di Mustang (nella foto), in corsa per la Francia ma girato in Turchia e in turco, l’oppressione delle donne attraverso la storia delle sorelle protagoniste che la famiglia chiude in casa e costringe a subire violenze continue. Certo nel film di Deniz Gamze Ergüven più che di religione si parla di tradizione o quanto meno di un pericolosissimo intreccio tra le due, e se possiamo leggerci una specie di allusione al patriarcato repressivo di Erdogan è sempre nelle righe tranquillizzanti di ciò che è riconoscibile. L’oppressione delle donne, e non la politica complice europea e americana che davanti ai massacri di quel governo chiude gli occhi per strategie geopolitiche di comodo.

 

 

«Forti» sono  anche i soggetti de Le mille e una notte di Gomes, lo strangolamento economico dunque mentale e culturale della Troika nel Portogallo/Europa degli ultimi anni, questo davvero troppo spaventoso specie per la sua oscillazione tra fantastico e realtà fatta per toccare le zone nevralgiche, dell’immaginario. Meglio rimanere al noto, sembrano dirci dalle parti dell’Academy. Chissà cosa avverrà nelle altre categorie.

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