Visioni

L’immaginario infranto di Maria Luisa Santella

L’immaginario infranto di Maria Luisa SantellaMaria Luisa Santella

Teatro Ieri mattina la foza pubblica ha sfrattato lo spazio dell'attrice e del suo compagno Michele Gentile. Un piccolo teatro concesso negli anni novanta da Bassolino e con un archivio ricco di testimonianze della scena partenopea

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 16 dicembre 2016

Ieri mattina la forza pubblica si è presentata a piazza Cesarea per sfrattare Maria Luisa Santella e il suo compagno, Michele Gentile. L’allora sindaco Antonio Bassolino li aveva voluti a Napoli, fu infatti Bassolino negli anni Novanta con una delibera a dare loro in comodato d’uso uno spazio a Materdei per farne un piccolo teatro per insegnare a nuove generazioni d’attori anche grazie all’archivio della coppia, ricco di testimonianze della scena partenopea dagli anni Sessanta in poi. Passando dal decennio di Rosa Russo Iervolino, si è arrivati a Luigi de Magistris: la Corte dei Conti ha avviato un’indagine sui fitti passivi del comune e l’amministrazione nel 2012 ha chiesto alla coppia un canone di 4.500 euro, una cifra che non paga nessun affittuario del comune, neppure a Posillipo.

Maria Luisa e Mario Santella occupano un posto importante nell’immaginario scenico della città, Annibale Ruccello si ispirò al racconto della famiglia di Maria Luisa per scrivere Ferdinando, come lei stessa racconta in una lettera aperta. L’attrice ha lavorato molto anche per il cinema: Brutti sporchi e cattivi e Maccheroni di Ettore Scola, Oggetti smarriti di Giuseppe Bertolucci, Kamikazen di Gabriele Salvatores, l’episodio firmato da Martone nel film I vesuviani. Scrittura, recitazione e impegno sociale: aveva aperto il Teatro Biondo a Forcella, si era impegnata nell’Ausonia (una volta tempio della Sceneggiata), aveva lavorato con i ragazzi del carcere di Nisida Con il nuovo compagno, Gentile, era poi andata in Australia, dove ha insegnato recitazione alla Academy of performing arts di Perth. Poi però Bassolino l’ha richiamata a casa per il «rinascimento» della città e Maria Luisa ha accettato di ricominciare d’accapo, ancora in una zona difficile. A piazza Cesarea, da soli, hanno aperto il Dream’s Theory in un locale di pregio ma disastrato dall’incuria.

Bassolino si era impegnato a fare i lavori necessari, impegno disatteso. Per rendere la struttura agibile (un piccolo teatro, la biblioteca e lo spazio per l’abitazione) la coppia ha venduto la casa in Australia. Sono partiti i corsi, documenti video e spettacoli realizzati. Poi il comune ha cambiato idea così l’hanno denunciata per aver ristrutturato lo spazio, le chiedono il versamento di 450mila euro e infine, dopo anni di battaglie che hanno segnato l’attrice nel morale e nel fisico, l’hanno sfrattata.

Tocca al tribunale decidere chi ha ragione e come gli uffici del patrimonio abbiano potuto perdere i documenti depositati da Santella. La coppia saluta e se ne va: «Non per nostro desiderio ma perché ci siamo sentiti cacciati. Ma in primavera sul monte di Cassano, nel Parco del Pollino, allestiremo uno spazio che non sarà più Dream’s Theory ma Dream’s Reality con galleria d’arte e archivio storico della cultura alternativa napoletana degli ultimi 50 anni».

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