L’imbarazzo della Ue, che però non vuole cambiare Triton
Immigrati Renzi: «Bruxelles deve impegnarsi di più»
Immigrati Renzi: «Bruxelles deve impegnarsi di più»
Si terrà ai primi di marzo la riunione straordinaria della Commissione europea dedicata all’immigrazione. Ad annunciarlo è stata ieri la portavoce dell’esecutivo Ue che è anche tornata a sollecitare gli Stati membri a finanziare ulteriormente Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle Frontiere. In queste ore Bruxelles è in difficoltà. Già i 29 migranti morti assiderati lunedì avevano definitivamente messo allo scoperto tutti i limiti di Triton, la missione europea impegnata più che altro a pattugliare i confini marittimi dell’Unione. Dopo le oltre 300 vittime di ieri, l’inutilità della missione è chiara anche ai vertici dell’Ue. «Sul tema dell’immigrazione sappiamo che deve essere fatto di più: Commissione, Stati membri e agenzie europee devono agire tutti assieme. Puntare il dito contro qualcuno non ci porterà da nessuna parte», ha proseguito la portavoce mettendo un po’ le mani avanti, mentre il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, si è detto «amareggiato» per le ultime tragedie e ha assicurato che l’agenzia «continuerà a fare del suo meglio per assistere le autorità italiane nelle operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti».
Parole che tradiscono l’imbarazzo di queste ore, specie dopo che anche il commissario dei diritti umani del Consiglio d’Eropa, Nils Muiznieks, ieri non ha risparmiato critiche a Triton definendola «non all’altezza»: «L’Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace», ha detto Muiznieks lasciando intendere che ciò che Bruxelles deve cambiare è lo spirito stesso della missione se vuole davvero evitare nuove tragedie.
Difficilmente però l’Ue sarà disposta a tornare sui propri passi. Triton venne approvata a ottobre dalla magioranza degli Stati membri ed eventuali modifiche richiederebbero, stando alla burocrazia europea, tempi molti lunghi. Senza contare poi l’opposizione di quei Paesi, come Germania, Francia, Olanda, Daninarca, Gran Bretagna, che hanno sempre criticato Mare nostrum considerandola un incentivo per i migranti a venire in Europa, e che adesso dovrebbero accettare di rivedere una missione pensata soprattutto come un elemento di contrasto ai barconi. «Noi agiamo all’interno del mandato datoci dall’Europa: finché il nostro mandato resta quello di offrire assistenza tecnica agli Stati membri sul pattugliamento delle frontiere non ci si può aspettare di più», ha detto ieri una portavoce dell’agenzia. Il massimo che ci si può aspettare, è dunque un ulteriore finanziamento di Frontex, venendo così incontro alle richieste dell’agenzia.
A Roma la situazione non è molto differente. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è detto molto colpito dall’ultima tragedia del Mediterraneo, mentre perfino il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si è spinto a sottolineare i limiti di Triton anche se si subito affrettato a specificare di non aver dettato nessuna deadline a Bruxelles. «Le tragedie di questi giorni dimostrano come le modalità attraverso le quali Frontex gestisce i salvataggi in mare non risultano adeguate», ha detto il viceministro degli Interni Filippo Bubbico sollecitando una Mare nostrum europea. E rompendo l’abituale silenzio ha chiesto la stessa cosa anche l’ex premier Enrico Letta, il cui governo nel 2013 varò la missione della Marina militare: «Ripristinare Mare nostrum. Che gli altri paesi europei lo vogliano o no. Che faccia perdere voti o no», ha twittato Letta.
«Il problema non è Mare nostrum ma la Libia dove la situazione è fuori controllo» ha detto invece il premier Matteo Renzi, senza però spiegare come intervenire nel paese nordafricano. Renzi ha promesso che già da oggi solleciterà l’Ue sul tema immigrazione, rimpallando per l’ennesima volta il problema a Bruxelles. Il governo spera così che sia l’Europa a risolvere il problema, ma se solo volesse l’Italia potrebbe intervenire fin da subito e senza aspettare nessuno. Potrebbe farlo accettando di far ripartire Mare nostrum, come la stessa Marina militare chiede da tempo. Oppure ripristinando almeno il Dispositivo di sorveglianza forte di una nave anfibia, tre pattugliatori e tre elicotteri che fino al 31 dicembre scorso ha presidiato Lampedusa prima di essere definitivamente sospeso. Sarebbe l’unico modo per evitare di restare a guardare in attesa di nuove tragedie.
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