Sindacati in pressing per ottenere modifiche al Pnrr, al Dl Sostegni bis, agli ammortizzatori sociali ma soprattutto al blocco dei licenziamenti per prolungare la scadenza del 30 giugno. Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato ieri il via agli incontri con i gruppi parlamentari. Si inizia lunedì con Pd e M5s, entrambi – a parole – favorevoli ad una proroga al blocco dei licenziamenti, seppur con sfumature diverse. Entrambi – insieme a Leu – avevano già proposto un emendamento al decreto Sostegni uno per allungare il blocco ma non avevano trovato i voti per approvarlo.
Lunedì mattina, alle ore 9, una delegazione delle tre confederazioni guidata dai tre segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarrae Pierpaolo Bombardieri incontrerà i componenti M5s della commissione Lavoro della Camera e del Senato. Nel pomeriggio, alle ore 15, toccherà ad una delegazione del Pd, guidata dal segretario Enrico Letta al Nazareno. In realtà l’ultima dichiarazione pubblica di Letta è molto lontana dalle richieste di Cgil, Cisl e Uil: «Dobbiamo uscire dal blocco generalizzato, perché non ha senso. Parliamo di settori, come l’edilizia, che tirano come in questo momento e quindi non credo ci sia bisogno di licenziare. Ma ci sono settori, e penso al tessile o all’automotive, che sono in grande difficoltà».
Ancora più forte la critica sulle politiche del governo da parte dell’Usb. In occasione della settimana di agitazione su tutto il territorio nazionale e della protesta contro lo sblocco dei licenziamenti e il nuovo codice degli appalti, l’Unione sindacale di base ha proclamato per oggi uno sciopero di 8 ore in Val di Sangro, a partire dalla fabbrica più grande, la Sevel di Atessa, con un sit-in a Lanciano (Chieti) in piazza Plebiscito alle 10.30.
Intanto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi si mette già di traverso: «Ci siamo trovati nella mediazione di Draghi che consente di recuperare la normalità del mondo del lavoro», ha detto a proposito della fine del blocco.