Tornano i sequestri di tecnici stranieri in Libia. Marco Vallisa, ingegnere della Piacentini Costruzioni è scomparso insieme ad altri due dipendenti, un bosniaco e un macedone, dell’azienda italiana a Zuwara, nell’ovest del paese. E così la tornata elettorale organizzata in fretta e furia lo scorso 25 giugno non ha placato le violenze in Libia. Un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione ieri a Tripoli nell’abitazione del ministro della cultura libico, Al Habib Al-Amin. Gli assalitori hanno rubato documenti e vandalizzato la casa in assenza del politico. È solo l’ultimo di una serie di rapimenti di politici vicini alla Fratellanza musulmana dopo il golpe tentato dall’ex generale e agente Cia Khalifa Haftar lo scorso maggio. L’episodio più noto fu il rapimento per alcune ore, nell’ottobre scorso, dell’ex premier Ali Zeidan, poi sfiduciato dal parlamento.
In Cirenaica, un imam, Mabruk al Mahmudi, e due ufficiali dell’unità investigativa, Nasser Ben Zaballah e Anas Muftah, sono stati assassinati, mentre altre due persone sono state uccise. Due ufficiali sono stati rapiti invece a Derna. Altri due civili hanno perso la vita nell’esplosione di una bomba che ha colpito la loro vettura. Non si hanno notizie di un colonnello dell’esercito, Muhammad Suleiman Mnefi e di un ex membro dell’agenzia di sicurezza esterna Abdullah Ashur. Secondo Human Rights Watch, 35 ufficiali sono stati assassinati in media ogni mese dall’inizio del 2014 mentre le stime del ministero dell’Interno libico segnalano, dall’inizio dell’anno, 143 casi di sequestri di persona a scopo di estorsione.