Liberty, polifonia di stili
Vittorio Zecchin, «Annunciazione», 1918 – collezione F.B.
Alias Domenica

Liberty, polifonia di stili

"Liberty in Italia", una mostra a Reggio Emilia, Palazzo Magnani Il caso italiano dimostra come non si possa ridurre il «liberty» alla linea floreale: accademia, esperimenti, prelievi dall’estero
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 5 febbraio 2017
Giorgio VillaniREGGIO EMILIA
In un libro sfuggito agli editori italiani, Les styles di Philippe Jullian, l’eccentrico biografo di Oscar Wilde e di Jean Lorrain faceva la deliziosa caricatura d’un salotto Art Nouveau. La vignetta s’intitolava I consigli del conte Robert de Montesquiou e raffigurava il conte seduto su un divano dalle gambe gracili e sinuose fatto, sembrerebbe, «più per sostenere anime che deretani», sullo sfondo è un cespo di linee curve terminanti in pampini e germogli d’ogni sorta, tanto arzigogolato quale né Zimmermann né Cuvilliés né i più sregolati decoratori rococò avrebbero mai potuto concepirlo; al centro, la padrona di casa: una figura...
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