ExtraTerrestre

Liberiamo il mare e le spiagge dalla plastica

Negli ultimi due anni sembra che il tema della dispersione della plastica in mare sia al centro dell’agenda politica. Pur segnalato da tempo, il problema è dovuto arrivare a livelli […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 maggio 2019

Negli ultimi due anni sembra che il tema della dispersione della plastica in mare sia al centro dell’agenda politica. Pur segnalato da tempo, il problema è dovuto arrivare a livelli drammatici prima di essere affrontato. La plastica oggi rappresenta tra l’80% e il 90% dei rifiuti in mare e vanta «primati» incredibili di resistenza: fino a 20 anni per un bicchiere, 50 per una busta e addirittura 600 per un filo da pesca!

Una situazione gravissima, peraltro riscontrabile ovunque dal Mar Mediterraneo alla Fossa delle Marianne, dai ghiacciai delle Alpi a quelli dell’Antartico, che è stata per troppo tempo colpevolmente ignorata e che ora richiede misure drastiche.

È di poche settimane fa l’approvazione da parte del Parlamento europeo di una nuova direttiva che dal 2021 vieterà una serie di oggetti in plastica monouso come piatti, posate e cannucce. Un passo avanti di grande importanza i cui contenuti dovrebbero essere anticipati dai governi di tutti i Paesi. La portata di questa emergenza globale richiede un impegno individuale teso ad adottare stili di vita più sostenibili, ma impone anche politiche nazionali e sovranazionali capaci di incidere direttamente sui cicli produttivi di interi settori industriali e sulla grande distribuzione.

Giusto per restare a casa nostra, l’Italia dovrebbe accelerare la calendarizzazione e l’approvazione in Parlamento della proposta di legge #Salvamare presentata dal Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e contemporaneamente avviare tavoli di concertazione con tutti i portatori di interesse per un piano di transizione che consenta alle imprese produttrici di non farsi trovare impreparate eliminando ogni alibi per eventuali rinvii.

Per questo il WWF Italia ha rinnovato anche nell’estate 2019 il tour «Spiagge #PlasticFree», una maratona di eventi che libereranno spiagge, calette, foci di fiumi e fondali marini dai rifiuti di plastica e microplastica: una grande azione di citizen conservation che coinvolgerà volontari, cittadini, associazioni, come già avvenuto nel 2018 quando sono state oltre 100 le località toccate dalle iniziative organizzate.

Il programma degli appuntamenti si trova sul sito www.wwf.it ed è aperto anche alle proposte di gruppi, comunità e enti locali che si riconoscono nell’impegno per la tutela del mare della campagna GenerAzioneMare, nata due anni fa per difendere quel capitale blu che garantisce lo sviluppo dell’economia del mare attraverso la pesca, l’acquacoltura, il turismo, l’istruzione, il commercio e tanto altro ancora. Una campagna che toccherà i vari aspetti della tutela dell’ecosistema marino: pesca sostenibile e consumo responsabile delle specie ittiche, aree marine protette, lotta all’inquinamento, alla cementificazione delle coste e alla petrolizzazione, difesa di specie marine colpite dall’inquinamento o dal bycatch come tartarughe, cetacei, squali.

E ad accompagnare questo impegno anche la «Blue Panda», una barca a vela di 26 metri che il WWF a giugno farà salpare dal porto di Tolone in Francia e che collegherà tra loro le coste di Italia, Grecia, Turchia, Tunisia e Marocco. Un periplo di 6 mesi nel Mar Mediterraneo, dal Santuario Pelagos dei cetacei al Bosforo, con l’obiettivo di avvicinare le persone alla ricca biodiversità marina.

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