«Liberare Roma dall’omofobia»
«Liberare Roma dall’omofobia». È la scritta che – ora – campeggia sopra alcuni manifesti affissi nella Capitale alla vigilia dell’8 marzo, firmati “Provita&Famiglia”, del giro delle associazioni estremiste e sedicenti […]
«Liberare Roma dall’omofobia». È la scritta che – ora – campeggia sopra alcuni manifesti affissi nella Capitale alla vigilia dell’8 marzo, firmati “Provita&Famiglia”, del giro delle associazioni estremiste e sedicenti […]
«Liberare Roma dall’omofobia». È la scritta che – ora – campeggia sopra alcuni manifesti affissi nella Capitale alla vigilia dell’8 marzo, firmati “Provita&Famiglia”, del giro delle associazioni estremiste e sedicenti cattoliche che ruotano intorno agli organizzatori del Congresso di Verona e che organizzano fuori dagli ospedali i presidi per il ‘perdono’ delle donne che interrompono la gravidanza. I manifesti raffigurano un’immaginaria attivista prolife (bella e in posa da vittima) con la bocca chiusa da un nastro rosso.
Chi li ha stampati e affissi, con ragguardevole investimento economico, voleva festeggiare al contrario la festa delle donne, attaccando una legge in discussione in parlamento contro l’omotransfobia, ritenuta evidentemente indigeribile per chi organizza campagne d’odio contro gay e trans e donne. Gli attivisti della campagna Liberare Roma”hanno scritto con gli spray sopra i manifesti e ne hanno ribaltato il senso della comunicazione.
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