Liam Gallagher, la potenza acustica degli Oasis
Note sparse Ventiquattro anni dopo la défaillance alla Royal Hall, l’artista inglese rimedia con «Mtv Unplugged»
Note sparse Ventiquattro anni dopo la défaillance alla Royal Hall, l’artista inglese rimedia con «Mtv Unplugged»
Questo disco nasce il 23 agosto 1996: alla Royal Festival Hall gli Oasis si esibiscono per MTV Unplugged, ma al centro del palco c’è Noel Gallagher, chitarrista e principale autore delle canzoni, e non il fratello cantante Liam, che assiste dalla balconata. Pare che Liam non fosse in grado di esibirsi a causa degli eccessivi festeggiamenti dopo l’incredibile concerto di Knebworth, dove avevano suonato davanti a 250.000 persone in due serate (e avevano ricevuto richieste di biglietti per dieci volte tanto). Secondo i biografi dei due litigiosi fratelli di Manchester è l’inizio della fine per la band che aveva dominato il Brit-Pop alla metà degli anni ’90. Ventiquattro anni dopo, e con una carriera solista finalmente sui giusti binari, Liam chiude il cerchio con la pubblicazione del suo MTV Unplugged (Warner Records), registrato la scorsa estate a Hull.
SONO DIECI CANZONI, e viene da aggiungere, «solo» dieci. Si parte con Wall of Glass, dall’omonimo album del 2017, e si chiude con una ottima versione di Champagne Supernova, il brano che chiudeva (What’s the story) Morning Glory? In mezzo, una selezione di brani dalla discografia degli Oasis e da quella solista. Tra i primi, merita una segnalazione Stand by Me, che mantiene la stessa freschezza e potenza lirica e sonora del 1997; tra i secondi, una intensissima Once, con tanto di accompagnamento di archi, dall’omonimo album del 2019. C’è anche spazio per Sad Song, pezzo degli Oasis delle origini, che originariamente era cantata dal fratello Noel.
Non c’è la potenza sonora tipica del Brit-Pop fin dalle sue origini, che era stata codificata proprio dai fratelli Gallagher, ma l’approccio acustico mette in evidenza lo stile e la voce di un Liam in gran forma, che sono i veri protagonisti di questa esibizione. È una voce che come poche altre ha definito un periodo della storia della musica, non per la sua estensione, la sua pulizia o la sua tecnica, ma per il suo essere assolutamente unica e personale. Una voce fuori dalle mode, rock’n’roll che lui ama moltissimo, come ha ribadito anche in un’intervista a Rolling Stone qualche anno fa: «Dicono che il rock’n’ roll non se la sta passando bene, sembra che non sia più di moda, capisci? . Il rock’n’roll per me è come la ricetta di uno di quei piatti che ti prepara la mamma. Una cosa che si tramanda da una generazione all’altra e che non morirà mai, perché è buona. Per quanto mi riguarda è l’unica cosa che conta».
UNA VOCE iconica quella dell’ex Oasis, che non ha risentito del tempo passato e che, soprattutto nei pezzi degli Oasis, riporta direttamente al periodo di gloria, ma che anche nei brani scritti dopo lo scioglimento della band rimane una delle più classiche voci rock degli ultimi anni. Una di quelle che non si dimenticano, e che ricordano che forse questo genere musicale ha ancora qualcosa da dire.
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