Seduta sul divano di casa, in un pomeriggio estivo, Lia Pasqualino si racconta. L’azzurro dei suoi occhi riflette la pacatezza dei gesti, del tono della voce. Parole calibrate mai pronunciate con enfasi. Due fotografie incorniciate di André Kertész e una di Mario Giacomelli, sulle pareti accanto alla porta d’ingresso, celebrano una quotidianità condivisa con il marito – il regista Roberto Andò – e la figlia Giulia. Invece le sue foto, tra cui Tadeusz Kantor in Macchina dell’amore e della morte, sono nello studio al piano inferiore. Sfogliando Il tempo dell’attesa (Postcart, 2021), pubblicato in occasione della sua ultima mostra al...