L’helzapoppin musicale di Beck
Note sparse Geniale e irriverente, il genietto di Los Angeles dà alle stampe il nuovo «Colors». Ma il suo pop sgargiante manca stavolta di incisività
Note sparse Geniale e irriverente, il genietto di Los Angeles dà alle stampe il nuovo «Colors». Ma il suo pop sgargiante manca stavolta di incisività
Eclettica e geniale, la discografia del cantautore, produttore e autore losangelino è quanto di più varia possa esistere in ambito pop e rock. Ma stilare categorie sarebbe riduttivo, giunto al venticinquesimo anno di attività – e arrivato al tredicesimo album di inediti – Beck scompagina nuovamente le carte. Se vi eravate abituati all’intimismo tanto soave quanto malinconico del precedente Morning Phase (2014), nel nuovo Colors si cambia di nuovo registro. Ha voglia di pop e per farlo richiama il suo vecchio tastierista, Greg Kurstin nel frattempo diventato produttore di fama (Adele, Pink, Foo Fighters). Peccato che il risultato non sia pari alle attese: arrangiamenti scintillanti, mood sgargianti e festaioli sì, ma dei dieci pezzi dopo l’ascolto resta impressa la sola title track, con le sue ocarine e tastiere in stile Beatles dove emerge tutta la sua abilità di certosino artigiano. Certo, ci aspettavamo ben altro.
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