L’Fnsi porta a Conte i nodi dell’editoria
Fiera del Levante A Bari, il sindacato dei giornalisti incontra il premier insieme al cdr della Gazzetta del mezzogiorno. I temi per il neo ministro Martella: tagli al fondo, Inpgi, precariato. E discontinuità
Fiera del Levante A Bari, il sindacato dei giornalisti incontra il premier insieme al cdr della Gazzetta del mezzogiorno. I temi per il neo ministro Martella: tagli al fondo, Inpgi, precariato. E discontinuità
In un incontro alla fiera del Levante a Bari ieri il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha espresso la disponibilità del governo ad affrontare la crisi dell’editoria. A questo lavorerà il neo-sottosegretario all’editoria Andrea Martella (Pd). La disponibilità è stata confermata in un incontro con il segretario della Federazione nazionale della stampa (Fnsi) Raffaele Lorusso che ha incontrato Conte e il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia insieme al comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno, presenti anche il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro, e il presidente della Regione Michele Emiliano.
SUL TAVOLO CI SONO i tagli al fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, la crisi dell’istituto previdenziale dei giornalisti Inpgi, il precariato nel lavoro giornalisti e la trasformazione del ruolo della stampa all’epoca delle piattaforme digitali. Nell’incontro barese il sindacato ha chiesto a Conte «un confronto serio e costruttivo all’insegna della discontinuità con quello che è stato fatto fino ad oggi. Dal nuovo esecutivo ci aspettiamo una nuova stagione all’insegna del confronto e della massima attenzione al settore e al lavoro giornalistico». Il fondo per l’editoria «va ripristinato e il taglio cancellato – ha detto Raffaele Lorusso a il manifesto – Già quel taglio, che hanno detto essere minimo, in realtà pone le premesse dell’azzeramento di tutto il fondo che obbligherebbe a un ridimensionamento o alla chiusura delle testate che esprimono il punto di vista di comunità, di aree culturali e politiche molto importanti per il pluralismo in questo Paese. Il taglio creerebbe inoltre una perdita di posti di lavoro assolutamente da evitare nella situazione generale in cui ci troviamo in Italia».
Per Lorusso «l’editoria in tutte le sue forme sta attraversando una fase di trasformazione radicale in tutto il mondo e oggi non si può prescindere dagli interventi dei governi a tutela dell’occupazione e per il suo sviluppo alla luce della rivoluzione digitale. L’importanza di questo passaggio di fase è molto rilevante ed esiste una consapevolezza generale e trasversale, come ha dimostrato la mobilitazione a difesa di Radio Radicale in questi mesi. In ogni caso va difesa la libertà di stampa».
LA PROSPETTIVA in cui muoversi è stata indicata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sul tema è intervenuto più volte anche nelle ultime settimane: «È la linea indicata dall’articolo 21 della Costituzione – aggiunge Lorusso – Lo stesso Conte lo ha ricordato nel discorso alla Camera quando ha detto che il pluralismo dell’informazione è essenziale per la tenuta della istituzioni democratiche».
Il comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno, quotidiano fondato 131 anni fa, ha presentato al premier Conte la situazione provocata dall’amministrazione straordinaria alla quale si è giunti dopo la confisca del patrimonio dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo disposta dal tribunale di Catania. Una situazione che ha spinto anche a uno sciopero ad oltranza per le difficoltà gestionali provocate da questo difficile passaggio. Il piano industriale annunciato dall’attuale socio di minoranza, la società Denver che fa capo a Sorgente Group dell’imprenditore Mainetti che dovrebbe farsi carico della procedura di concordato preventivo avviato dagli amministratori giudiziari, rischia di creare esuberi con la conseguente riduzione dei posti di lavoro. Il comitato di redazione della Gazzetta ha chiesto l’intervento del governo per trovare una soluzione ed evitare questo esito.
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