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Lezione sul toccarsi tra le gambe

I bambini ci parlano «Poi a me non fa neppure ridere. Perché che cosa c’è da ridere a fare una cosa del genere? Invece io ho visto che in queste settimane a scuola c’erano dei bambini che facevano questa cosa non per fare male, ma però la facevano, il maestro ha ragione, anche a me una volta lo hanno fatto»

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 22 agosto 2019

Oggi parliamo di qualcosa che fate e non bisogna fare. E non lo facevate in prima, in seconda, in terza o in quarta. Lo fate solo in classe quinta. Guardiamo se scoprite cosa è…

«Perché parliamo troppo forte?», «Per me forse parliamo troppo forte perché siamo cresciuti e ci è cresciuta anche la voce, è diventata più forte». «Poi abbiamo più cose da dire». «Non è quello? Forse… Forse perché ubbidiamo meno?», «Perché dobbiamo essere più educati?», «Sono le parolacce, maestro?», «Forse sono i compiti che qualcuno non li fa», «Ma quello anche in terza e in quarta…». «Cosa è maestro?»

Volete qualche aiutino? Vi dico che riguarda solo i maschi. E riguarda quasi tutte le Quinte…

«Forse per le prese in giro? Che ci prendiamo in giro, delle volte?», «Ma anche le femmine!», «Anzi, le femmine si prendono in giro di più di noi maschi». «Perché solo i maschi?», «Ce lo dici, maestro? Se non ce lo dici come facciamo a…?».
Ve lo dico. Dunque, questa cosa che non si deve fare è un giochetto che fate da qualche settimana voi maschi: toccarsi con le mani tra le gambe. Per farvi uno scherzo. E anche le pacche forti che vi date sulla schiena: anche quelle, non sono cose da fare, non così forte. Sapete perché?

«È vero, certe volte lo facciamo, ma non è per… È uno scherzo». «Non si fanno queste cose perché poi ci sono… Perché lì ci sono le parti intime, che vuol dire molli e si possono fare male». «Sì, è una parte delicata e poi anche un po’ vietata». «Per me era una cosa di simpatia, non pensavo che era una cosa vietata, una cosa brutta… Cioè, un po’ pensavo che era una cosa un po’ brutta ma un po’ non ci pensavo, un po’ non ci pensavo che era una cosa un po’ brutta». «Per me è una cosa molto brutta perché è da sporcaccioni». «Anche per me. Perché poi si fa la pipì». «Per me è una schifezza fare certe cose». «Per me questi sono giochi solo da maschi che possono fare molto male perché non sono neppure dei giochi, non sono neppure degli scherzi, sono delle cose pericolose perché puoi prendere anche delle malattie se non ti pulisci bene». «Io non ho mai capito perché mentre andiamo in fila ci sono dei miei amici che fanno apposta a cercare di toccarmi tra le gambe per fare gli stupidi, per farmi male. Per me è una cosa da stupidi e io non la ho mai fatta».

«Per me alcuni di noi non ci pensavano che era una cosa un po’ brutta. Per noi era una cosa normale. Come un saluto. Sì, una specie di modo per salutarsi. O forse no, non proprio come quando ci diamo il cinque con le mani, ma una cosa simile, una cosa simpatica, non una cosa bruttissima». «Per me non c’è problema se non dobbiamo più fare certe cose tra noi maschi perché io poi non le ho mai fatte e certe cose come queste mi fanno anche schifo, non mi piacciono e poi sono anche delicate, ci si può fare male». «Infatti a me una volta un mio amico che non dico il nome mi ha dato un colpo e mi ha fatto male proprio lì. Anche se mi ero protetto con la mano, lui mi ha dato un colpo uguale». «Anche negli spogliatoi, quando facciamo calcio, c’erano dei bambini più grandi che facevano questo gioco e io allora non sapevo se era un gioco o no e allora… Comunque per me se è una cosa brutta va benissimo non farla perché anche a me non piace». «Poi a me non fa neppure ridere. Perché che cosa c’è da ridere a fare una cosa del genere? Invece io ho visto che in queste settimane a scuola c’erano dei bambini che facevano questa cosa non per fare male, ma però la facevano, il maestro ha ragione, anche a me una volta lo hanno fatto. Ma lo hanno fatto non per fare male ma per ridere, perché dopo che cercavano di farlo si mettevano a ridere come se era una cosa divertente invece anche per me, come per il maestro, non c’è niente da ridere e non è una cosa divertente. Anzi, ha ragione il maestro, per me è una cosa proprio stupida e anche pericolosa perché quelle sono le nostre parti intime».

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