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L’Europa si incontra a Praga, tra tensioni e foto di gruppo

L’Europa si incontra a Praga, tra tensioni e foto di gruppoLa foto ufficiale dell’incontro a Praga – Ap

Riunione della Comunità politica europea 42 capi di stato o di governo, 44 stati rappresentati, i 27 della Ue più 17 altri: Turchia, Armenia e Azerbaijan, Kosovo e Serbia... Non invitate Russia e Bielorussia

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 7 ottobre 2022

«Tutte le immagini spariranno» è la prima frase de Gli anni, il più famoso libro di Annie Ernaux, la scrittrice francese che ieri ha ricevuto il Nobel di letteratura, che si conclude con l’invito a «salvare qualche cosa del tempo in cui non saremmo mai più».

Resterà qualche cosa dell’immagine simbolica diffusa ieri dalla sala Vladislav del castello di Praga? 42 capi di stato o di governo, 44 stati rappresentati, i 27 della Ue più 17 altri europei (c’erano solo due assenze: l’ucraino Zelensky, che si è collegato via video, e la prima ministra danese, bloccata a Copenhagen per le imminenti elezioni anticipate causate dalla crisi dei visoni), per la nascita della Comunità politica europea, non un’ennesima struttura ma solo un luogo di scambio, leggero sul modello G20, senza segretariato, nessun comunicato finale, per cercare di stringere i legami tra i paesi europei, dalla Gran Bretagna alla Turchia, dalla Svizzera all’Azerbaijan e ai Balcani occidentali.

Due soli non invitati: la Russia e la Bielorussia. «Questa riunione è un tentativo di trovare un nuovo ordine senza la Russia – ha spiegato l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di difesa, Josep Borrell – questo non significa che vogliamo escludere la Russia per sempre, ma questa Russia, la Russia di Putin, non ha spazio. Il segnale che vogliamo inviare è che, sfortunatamente, non possiamo costruire un ordine di sicurezza con la Russia».

SOTTO IL CASTELLO, sul fiume, Greenpeace ha portato una finta pipeline gialla, con la scritta: «Putin’s bloody gas». Volodymyr Zelensky è intervenuto via video, ha chiesto di «punire la Russia» e armi agli alleati, nel giorno in cui è entrato in vigore il nuovo pacchetto di sanzioni della Ue contro la Russia, soprattutto nuove restrizioni commerciali (acciaio, tecnologie).

Il fatto di aver riunito tutti gli europei a Praga, la città che ha subito i carri armati sovietici nel ‘68, è già un successo in sé mentre la guerra è tornata in Europa (oltre ai 27, erano presenti: Albania, Armenia, Azerbaijan, Bosnia, Georgia, Islanda, Kosovo, Liechtenstein, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Gran Bretagna, Serbia, Svizzera, Turchia e Ucraina): la presenza della Gran Bretagna, per esempio, non era scontata a causa delle tensioni post-Brexit con la Ue sul Protocollo irlandese, come quella della Turchia, in cattivi rapporti con la Grecia, in bilico nella guerra in Ucraina, che frena sull’entrata di Svezia e Finlandia nella Nato.

Altre tensioni erano ben presenti ieri, Armenia e Azerbaijan, Kosovo e Serbia. Ma il messaggio è stato di “unità” ha voluto sottolineare Emmanuel Macron, che ha avuto l’idea di questa Commissione politica europea, presentata ai partner il 9 maggio scorso e che ha preso corpo in fretta. È un nuovo format, per discutere di grandi questioni, dalla sicurezza all’energia, alla resilienza, alla salute, alle possibilità per i giovani.

CI SONO STATE 4 tavole rotonde, concentrate su due temi: 1) energia e clima; 2) pace e sicurezza. La riunione è stata l’occasione per numerosi incontri bilaterali o a gruppi. Oggi, a Praga si tiene un Consiglio europeo informale, dove i 27 discutono del price cap sul gas utilizzato per produrre elettricità, misura che, secondo Macron, potrebbe essere approvata “al più tardi” al Consiglio europeo del 20-21 ottobre. Con la Norvegia avanza il dialogo per un controllo dei prezzi. C’è anche l’ipotesi di estendere ad altri paesi, oltre i 27, il progetto di “acquisti comuni” di energia.

L’IDEA DELLA COMUNITÀ politica europea (Cpe) riprende un vecchio progetto di François Mitterrand, che nell‘89 aveva proposto una “confederazione”, dei “cerchi concentrici” in Europa, mentre Jacques Delors negli anni ‘80 come presidente della Commissione per anni ha riflettuto a un’Europa “a più velocità”. Oggi, l’Eliseo insiste però su un punto, per evitare confusioni e malumori: la Cpe non è una sala d’aspetto per i candidati ad entrare nella Ue, i paesi dei Balcani occidentali, l’Ucraina, la Moldavia, la Georgia. La Moldavia si propone per accogliere la seconda riunione della Cpe, in primavera. La Cpe dovrebbe riunirsi due volte l’anno, in modo alternato tra un paese Ue e uno non-Ue.

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