Lettera aperta e appello al Governo, in particolare al ministro della cultura Franceschini, e al presidente della Repubblica Mattarella.

Sono una pensionata ultra 65enne, reddito annuo sotto gli 8000 euro.

Da quando il ministro della Cultura ci ha tolto l’ingresso gratuito ai Musei statali, che frequentavo in media tre volte al mese, non ci vado più; e non credo di essere l’unica.

Alla prima domenica gratuita con coda – volevo approfondire col binocolo particolari de «Le conseguenze della guerra» di Rubens e ridare una occhiata ai quadri di Ussi, a Pitti – ho capito che era troppo faticoso, e ho rinunciato.

Così fantastico su una Carta nominale, annuale, dal costo moderato e modulato al reddito, pensata per restituire, in parte, quella felice possibilità di cui, abrupte, gli anziani, specialmente i meno abbienti, sono stati privati; (solo per noi? Chissà…).

Riavere la Libertà di accesso alla così tanto sbandierata e benefica bellezza – cioè tutte le volte e quando una persona vuole e può – è fondamentale per un più profondo e solido arricchimento culturale, a cui ogni buon governo dovrebbe tenere per ciascuno dei suoi cittadini.

Oggi, quando si affaccia il desiderio, ancora l’istinto non è estinto, di entrare in una pinacoteca, anche per un solo quadro, per scrutare nuovi particolari o per il puro piacere di rivedere e stupire, e poi ricordo che non posso più, come prima, colmare lacune e ampliare lo sguardo, provo rabbia e rancore.

Brutti sentimenti; purtroppo autentici e incoercibili: per non suscitarli nei loro cittadini, al ministero della Cultura avrebbero dovuto, dovrebbero, riflettere più a lungo e seriamente, sui contraccolpi indiscriminati dei loro calcoli discutibili e conseguenti decisioni.

Rossella Fortini Englaro, Firenze