Lettere di solidarietà a Mimmo Lucano
Lettere La solidarietà non può essere criminalizzata La condanna ad oltre tredici anni di carcere inflitta dal Tribunale di Locri all’ex sindaco di Riace Domenico Lucano rappresenta una pagina nera nella […]
La solidarietà non può essere criminalizzata
La condanna ad oltre tredici anni di carcere inflitta dal Tribunale di Locri all’ex sindaco di Riace Domenico Lucano rappresenta una pagina nera nella storia della Repubblica. Con questa condanna, che inasprisce persino le richieste del Pubblico Ministero, viene criminalizzata un’esperienza di solidarietà umana, di accoglienza, di integrazione culturale che ha costituito un esempio ed un modello apprezzato in tutto il mondo. Il Tribunale ha obiettivamente trasformato eventuali irregolarità amministrative e contabili in una condotta criminale e lucrativa, quando è a tutti evidente la finalizzazione a favore degli ultimi di ogni attività del sindaco Lucano e la finalità altruistica del suo agire.
In questo modo, attraverso un percorso tortuoso è stato introdotto nell’ordinamento un inconcepibile reato di solidarietà. La solidarietà è uno dei fondamenti della Repubblica e non può essere criminalizzata, tantomeno dai giudici che sono i guardiani della Costituzione.
Esprimiamo la nostra più sincera solidarietà umana e politica a Domenico Lucano, confidando che la macchina giudiziaria saprà correggere i suoi errori.
Massimo Villone, a nome della presidenza del Comitato per la democrazia costituzionale
Emergency: siamo vicini a Mimmo Lucano
“In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, vogliamo esprimere la nostra vicinanza a Mimmo Lucano per il verdetto – condanna a tredici anni e due mesi di carcere decisa dal tribunale di Locri – che lo colpisce così duramente. Abbiamo conosciuto l’esperimento di Riace e facciamo fatica a pensare che potesse essere altro che un modello di accoglienza che ha parlato al mondo di un’integrazione possibile e concreta. Aspettiamo che si concludano i tre gradi di giudizio e siamo fiduciosi che possano fare chiarezza sulla buona fede del suo operato e della sua persona”.
Emergency
Sconvolti dalla notizia
Siamo sconvolti per la notizia della condanna a Mimmo Lucano cui inviamo solidarietà e vicinanza. Un Sindaco che per sensibilità personale e dovere costituzionale ha fatto dell’accoglienza e dell’integrazione la marca del suo impegno. Attendiamo com’è doveroso di leggere la sentenza. È però evidente che la condanna abnorme contraddice radicalmente la vicenda di un uomo che ha sempre aiutato gli ultimi e non si è mai arricchito. Ribadendo la fiducia nella magistratura e sottolineando la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, l’Anpi tutta confida nei successivi gradi di giudizio, in una positiva risoluzione di questa dolorosissima vicenda giudiziaria.
Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale Anpi
Mimmo onesto e povero. Una vendetta di sistema
Mimmo Lucano è una persona onesta e povera. La vergognosa sentenza che lo condanna a più di 13 anni è una vendetta di sistema che si fonda su un teorema assurdo. Accogliendo i migranti Mimmo avrebbe creato opportunità di lavoro per i suoi concittadini in una regione dove la disoccupazione è altissima e i centri storici in abbandono. Lo accusano di averlo fatto per prendere voti dopo che si è dimostrato che non ha mai rubato un centesimo. Questo processo nasce dalla persecuzione del ministro Minniti e poi di Salvini e dalla volontà di ambienti potenti in Calabria di cancellare l’esperienza anomala e onesta di Riace. C’è chi ha scientificamente deciso e programmato che Mimmo Lucano debba sparire dalla scena pubblica e debba pagare lo scotto di voler vivere in un mondo più giusto. La condanna a 13 anni pronunciata dalla procura di Locri, quasi doppia rispetto a quanto richiesto dal Pm è una vergogna per la magistratura e per chi crede ancora ad una giustizia uguale per tutti. Se Mimmo Lucano ha accolto, ha realizzato un sistema di accoglienza che non prevedeva l’arricchimento delle mafie, se ha proposto un’idea di paese sgradita a ministri dell’interno come Minniti e Salvini, questo è un merito che gli dovrebbe essere riconosciuto, se vivessimo in un paese le cui istituzioni fossero davvero ispirate dai principi della Costituzione. La sentenza di primo grado, di cui attendiamo di leggere le motivazioni, non cancella la limpidezza della dirittura morale dell’ex sindaco di Riace. Se Mimmo era un tangentista non avrebbe preso una condanna così abnorme. Ma in Italia ci sono leggi e giudici che trasformano la solidarietà in reato. Mimmo Lucano meriterebbe una medaglia e invece viene crocifisso. Siamo solidali con Mimmo e rimarremo al suo fianco.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale – Stefano Galieni, Responsabile immigrazione, Rifondazione Comunista Sinistra Europea
Il modello Riace non può morire. Sentenza shock
Siamo rimasti scioccati dalla condanna dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, ma siamo in uno stato di diritto, anche se è una sentenza che non condividiamo ci auguriamo che sia ribaltata drasticamente nelle fasi successive di giudizio. È sufficiente vedere come sia ridotta ora la città di Riace per fare un raffronto con quando, con Lucano Sindaco, era considerata da tutto il mondo come il paese simbolo delle politiche di integrazione, la cui massima espressione era rappresentata dalla scuola interetnica che è stata chiusa perché ha pagato lo scotto di uno spopolamento inarrestabile. Di certo questa sentenza non riuscirà a cancellare i segni positivi del ‘modello Riace’che ha coniugato la solidarietà con la corretta gestione della questione migranti, unite alla possibilità di far rinascere i nostri borghi ormai abbandonati.
Angelo Bonelli e Eleonora Evi, co-presidenti di Europa Verde
Condanne vergognose. Facciamo un raffronto delle sentenze
Non voglio esprimere un giudizio di merito sulla sentenza emessa dal tribunale di Locri a carico dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ma vorrei capire su quali principi viene calcolata la pena inflitta facendo un raffronto. Dunque: Lucano (sebbene solo in primo grado) è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione per il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” (e altri reati collaterali), Luca Traini, l’abitante di Macerata che nel 2018 sparò a 6 persone di colore incontrate per caso, solo perché erano neri di carnagione, ferendole, anche in maniera seria, è stato condannato (in via definitiva) a 12 anni di galera. Ora, può darsi che i successivi gradi di giudizio mitigheranno o addirittura annulleranno la condanna a Lucano, ma se ciò non avvenisse ed i 13 anni e 2 mesi venissero confermati, mi domando come sia possibile che venga reputato più grave, quindi degno di una pena più severa, aver aiutato, anche se contro la legge, delle persone a venire in Italia, senza cagionare danni fisici a nessuno, che provare a compiere una vera e propria strage contro esseri umani “colpevoli” solo di avere la pelle scura.
Mauro Chiostri