La Decima Conferenza di riesame del Trattato di Non Proliferazione nucleare – TNP (si tiene ogni cinque anni dall’entrata in vigore del Trattato) è in corso a New York e si svolge in una congiuntura internazionale drammatica in seguito allo scontro militare sul terreno ucraino dietro cui sta una guerra più generale, in questo momento soprattutto economica, tra la NATO e la Russia.

New York giunge dopo Vienna, il primo riesame che si è svolto questo giugno del Trattato di proibizione delle armi nucleari – TPNW, ratificato al momento da oltre 60 Stati; ed è il primo banco di prova su come questo secondo percorso disarmista “proibizionista”, di cui sono protagonisti gli Stati non nucleari in ribellione, possa sbloccare lo stallo che caratterizza il primo percorso, del disarmo cosiddetto negoziato, bilanciato e controllato, in mano alle grandi potenze nucleari.

Il TPNW di Vienna ha chiesto al TNP di New York di riconoscere il suo carattere complementare di attuazione del famoso quanto disatteso articolo VI: le trattative “in buona fede” per giungere ad un “disarmo generale e completo”, “sotto controllo internazionale efficace”.

La risposta parzialmente positiva rispetto a questa istanza degli Stati non nucleari protagonisti di Vienna TPNW potrebbe passare per una formulazione contenuta nella bozza di dichiarazione finale preparata dalla presidenza argentina del TNP sulla base del lavoro di due commissioni.

Per la prima volta, in questi documenti delle commissioni, si dice che le potenze nucleari portano responsabilità nella situazione di riarmo e di proliferazione atomica (la situazione di insicurezza deriva anche dal mancato disarmo!) e che hanno il dovere di ridurre il ruolo del nucleare nelle strategie militari che non hanno da contemplare più il primo uso dell’arma nucleare nelle dottrine di “deterrenza”.

Può sembrare poca cosa ma in realtà, stante i rapporti di forza attuali, se lo si affermasse nelle conclusioni ufficiali del TNP sarebbe un passo concreto che potrebbe aprire la strada ad un dialogo per ridurre il rischio di un disastro atomico (almeno la guerra nucleare per errore con la “deallertizzazione” concretizzata dalla separazione delle testate dai vettori) e cominciare a svoltare dal riarmo verso il disarmo delle testate.

Dal coordinamento di ICAN, la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, insignita nel 2017 del Premio Nobel per la pace, è giunto l’appello a mobilitarsi urgentemente perché, in sintesi e in sostanza, il “no first use” sia mantenuto nel draft che verrà sottoposto al vaglio della fase finale della conferenza di New York, contro le pressioni in atto per toglierlo. Noi, Disarmisti esigenti, e altri soggetti alleati, tra i membri italiani di ICAN, abbiamo raccolto l’appello e provveduto a scrivere in questo senso alla rappresentanza italiana all’ONU: vedi lettera sotto riportata (in estratto), indirizzata all’ambasciatore Maurizio Massari e per conoscenza al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, già firmatario dell’ICAN Pledge.

Occuparsi di questo tema della denuclearizzazione significa per noi, oltretutto, con ricaduta sul lavoro politico locale, dare ascolto e voce al sentimento e all’opinione pacifista della maggioranza del popolo italiano, ignorati dalle coalizioni principali in lizza nelle elezioni politiche del 25 settembre; ed in verità ci sembra poco raccolti anche da chi si proclama ecopacifista ma, a differenza ad esempio di Papa Francesco, non coglie la centralità del problema pace versus guerra in questo momento storico …

Ma dobbiamo essere realisti sugli esiti di New York: i nostri rappresentanti di ICAN presenti ai lavori ci informano che il dissenso degli Stati nucleari alle bozze di testi varati dalle commissioni del TNP è fortissimo e questo prelude all’ennesima conclusione senza documento finale, come nelle due ultime conferenze del 2010 e del 2015. Il disarmo nucleare è sempre il nocciolo della questione e il destino di questa Conferenza di revisione dipende dalla domanda vecchia di 50 anni: conformarsi all’articolo VI del TNP – e quindi riconoscere oggi il contributo del TPNW – o non conformarsi – rigettando con una quantità di pretesti tale riconoscimento?

Alfonso Navarra – Disarmisti esigenti
Antonia Sani – Coordinamento antinucleare europeo
Alex Zanotelli – Missionario comboniano

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Milano-Roma-Napoli 20 agosto 2022

A Maurizio Massari

Capo della delegazione italiana al X riesame del TNP (New York  1-26 agosto 2022)

E p.c. Luigi Di Maio, Ministro degli affari esteri, già firmatario dell’ICAN Pledge

Gentile e Illustre Ambasciatore Maurizio Massari

Da Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di ICAN, abbiamo appreso che sono state pubblicate le prime bozze della parte sul disarmo della Conferenza di revisione del TNP: il rapporto del Comitato principale 1 che esamina l’attuazione degli obblighi di disarmo del trattato; e il rapporto dell’Organo sussidiario 1 che negozia i punti di azione di lungo periodo sul disarmo.

È importante, a parere della Fihn e anche a nostro parere (in quanto appunto membri e sostenitori italiani di ICAN), rinforzare il draft che è stato proposto dalla presidenza del riesame del TNP. In particolare, bisogna guardare al punto che, nella bozza sul disarmo riconosce la responsabilità delle potenze nucleari nel promuovere il disarmo nucleare e include un impegno per questi stati a ridurre ed eliminare il ruolo delle armi nucleari nella loro dottrina sulla sicurezza.

Questo il passo del documento, inserito nel rapporto dell’Organo sussidiario 1, che dobbiamo considerare, oltre che innovativo, decisivo e che caldeggiamo sia ripreso nella Dichiarazione finale della Conferenza di riesame (nostra la traduzione dall’inglese all’italiano):

Gli Stati dotati di armi nucleari ed i loro alleati convengono di adottare misure per ridurre ed eliminare il ruolo delle armi nucleari nelle dottrine di sicurezza nazionale e collettiva; per gli Stati dotati di armi nucleari ciò dovrebbe includere l’adozione di dottrine di non primo utilizzo o a scopo unico.”

Draft Report of Subsidiary Body 1: “Nuclear Disarmament and Security Assurances” NPT/CONF.2020/MC.I/SB.1/CRP.1, 12 August 2022

Noi riteniamo che darsi da fare, come rappresentanza italiana all’ONU e al Riesame del TNP, per mantenere questa presa di posizione più organicamente disarmista nel testo finale della conferenza sarebbe coerente con le aspirazioni che Ella ha avanzato, a nome dell’Italia, nel suo discorso del due agosto, che abbiamo letto al seguente link:

https://italyun.esteri.it/rappresentanza_onu/it/comunicazione/archivio-news/2022/08/tenth-review-conference-of-the.html

Secondo quanto abbiamo capito, ci sarebbe assoluta urgenza di esprimere un parere ufficiale in questo senso che dovrebbe essere avanzato da parte dell’Italia entro il 22 agosto alla presidenza argentina della Conferenza di Riesame.

Perciò la preghiamo – gentile Ambasciatore – di inviare subito un parere a favore del draft varato cogliendo questa occasione storica sulla esplicitazione del “no first use”! L’importanza e la drammaticità del momento esigerebbero questa assunzione di responsabilità!